Il Decreto Sblocca Italia è ufficialmente legge dello Stato. Dopo essere stato approvato alla Camera dei Deputati, il testo ha, infatti, ottenuto il via libera anche al Senato dopo l’annuncio del voto di fiducia. I voti favorevoli sono stati 157, quelli contrari 110. Non sono stati registrati astenuti. Particolarmente contrari sono stati i Parlamentari del Movimento Cinque Stelle, accusati addirittura di fascismo, che hanno dato vita ad una dura opposizione in aula, arrivando, persino, a tingersi le mani di inchiostro, simboleggiando lo sporco che deriva dal petrolio, a sedersi sui banchi del Governo e a tentare di ostruire il passaggio che conduce alla postazione di voto. La situazione è diventata cosi tesa che il Presidente di turno, il leghista Roberto Calderoli, è stato costretto ad intervenire più volte, rivolgendosi direttamente ai parlamentari pentastellati, fino ad essere costretto a consentire ai senatori di rispondere e votare dal posto. Come è noto lo “Sblocca Italia”, che sarebbe scaduto l’11 novembre, è considerato come un”decretone” che contiene misure che riguardano un ampio ventaglio di interventi, inerenti diverse circostanze: dalle calamità naturali alle ristrutturazioni, dallo sblocco dei cantieri al piano di ammodernamento, dalle concessioni autostradali alle previsioni in materia di porti, interporti e ferrovie, dagli incentivi per la banda larga alle disposizioni in tema di ammortizzatori sociali. Altro tema importante della giornata politica di ieri, come è noto, è stato l’incontro tra il Premier Matteo Renzi e il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, per discutere, principalmente, di legge elettorale, soprattutto con riferimento al nodo costituito dal premio che, almeno per come è strutturata la riforma, al momento andrebbe alla lista e non alla coalizione. Secondo quando emerso, l’incontro si sarebbe concluso con un nulla di fatto.