Le intimidazioni ai danni dell’impresa di Monasterace, degli amministratori di Amantea e del presidente dell’Ente Parco Aspromonte, ma anche quello ai danni del sindaco di Brindisi( per confermare le metastasi della criminalità organizzata) sottolineano purtroppo ancora una volta la quotidianità critica in cui ci troviamo ad operare. Esprimere a tutti vicinanza e solidarietà è sacrosanto, ma non basta. Sarà soprattutto necessario, infatti, che il futuro presidente della Regione affronti queste problematiche come questioni di primo piano, per le quali è necessario andare al di là di una semplice commissione antindrangheta per mettersi la coscienza a posto. Da questo punto di vista le dichiarazioni di Mario Oliverio, a proposito delle intimidazioni nei confronti degli amministratori di Amantea, fanno ben sperare: “Quella che vogliamo costruire, – scrive Oliverio – è una Regione aperta e trasparente che intende combattere a viso aperto tutte le mafie e le organizzazioni criminali, l’economia illegale, il lavoro nero, lo sfruttamento, il racket, l’usura. Una Regione che non lascia mai sole le vittime e adegua la sua legislazione per renderla impermeabile alle infiltrazioni della criminalità organizzata, a partire dal testo unico per la sicurezza e dalla nuova legge sugli appalti che intendiamo approvare”. Avendo ben presente che le questioni drammatiche del lavoro e della criminalità organizzata vanno affrontate con la stessa determinazione politica e culturale, con il massimo coinvolgimento di tutti, nessuno escluso.
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