Noi calabresi siamo sempre pronti solo a criticare i nostri …
Ciò che fa incazzare il popolo non è tanto il fatto che le Regioni siano come le altre istituzioni, sempre in piena libertà…. e genialità nelle spese. Quello che non ci sta bene è che proprio quel Nord gestito dalle giunte Pd e ….che dovevano fare da modello, sono arrivate a indecorose cadute di stile, per non usare i termini usati dalla magistratura per accusare i centinaia di consiglieri regionali di spese sbagliate e indecenti. Una casta, che essendo più nascosta rispetto a quella del parlamento, ha immaginato di poter scorrazzare nella boscaglia di Scherwood perché tanto il malvagio era solo il disprezzato sceriffo o Governatore. L’ultima bastonata, il maxiprocesso per peculato più truffa, che vede 64 consiglieri regionali lombardi spiegare ai giudici perché e come hanno speso, oltre le loro 16mila euro di indennità (poverini), Ecco alcune inchieste che non hanno voltato pagina ma che hanno infilato il dito nella piaga. Buona lettura incazzosa. Nel dicembre 2012 il governo Monti provò a porre un limite alle spese della politica regionale. Straordinariamente, alcune regioni del Nord lo sfruttarono per ingrossare gli emolumenti totali dei loro consiglieri. Con un trucco semplice ed efficace. Come ti faccio il trucco in Piemonte… Il trucco è di una semplicità disarmante: si riduce l’emolumento totale, in modo che non superi gli 11.100 euro. Ma si riduce di molto l’indennità, che è tassabile, e si aumenta la diaria, che è un rimborso a forfait, quindi di fatto un reddito non tassabile. Al netto delle tasse, ora un consigliere guadagna di più. Anteriormente alla riforma Monti: 9.948 di indennità lorda e 2.402 di rimborsi a forfait. Il totale, 12.350 euro, quindi eccedeva al nuovo limite. Con una legge del 2012, il Consiglio regionale ha ridotto l’ indennità a 6.600 euro, ma ha aumentato il rimborso forfetario a 4.500. Il totale è ora esattamente di 11.100 euro. Ma poiché le tasse totali sono diminuite, ora al netto delle tasse un consigliere guadagna più di prima. … e in Veneto Una cosa analoga, e per certi aspetti ancora più interessante, è avvenuta in Veneto . Una legge regionale del gennaio 2012 aveva abolito il rimborso forfetario di quasi 2000 euro . L’introito lordo di un consigliere nel 2012 era quindi di 10.309 euro. Nel dicembre 2012 il Consiglio regionale determina di aumentare la retribuzione lorda e di portarla al tetto massimo permesso dalla riforma Monti, 11.100 euro . Non solo, ma allo stesso tempo, come in Piemonte, limita l’ indennità e aumenta la diaria: 6.600 e 4.500 euro rispettivamente. Effetto: non solo il reddito netto è aumentato nel 2013 rispetto al 2012 , ma è aumentato anche rispetto al 2011 quando c’era ancora il rimborso spese a forfait di quasi 2000 euro e il reddito lordo totale era di 12.111 euro Poi c’è anche questo nelle straordinarie regioni amministrate dalla sinistra….. I tagli ai costi della politica? Fanno lievitare le buste paga dei consiglieri. Strano a credersi, dove gli “eletti” si sono ritrovati circa 1.600 euro in più di stipendio rispetto alla scorsa legislatura. L’aumento deriva dall’abolizione dei vitalizi e quindi dal mancato versamento da parte dei consiglieri del 25% delle proprie indennità quelle che dovevano servire proprio per garantirsi la pensione. Con la soppressione dei vitalizi, approvata nella scorsa legislatura è valida a partire da quella in corso; la quota che prima veniva versata e tassata ora finisce direttamente sul conto corrente dei consiglieri. Scherzi della contabilità pubblica. A sostegno di ciò aiuta quanto pubblicato on line di due buste paga di un consigliere regionale piemontese. Nella busta paga del 15 aprile scorso l’importo lordo era di 15.139.665 euro (7.819 netto), lievitato a 16.801.015 (8.677 netto) in quella del 16 luglio. Basta ? dopo tutto ciò, noi calabresi adesso siamo capaci di evitare di parlare male dei politici di casa nostra. Basta, adesso basta sempre ogni chiusura preconcetta falsamente perbenista, è sempre nociva verso la nostra regione. Il problema dei nostri politici non sta tanto del dispendio di denaro, ma nel modo di fare politica assai provinciale che non ha, in sé, nulla di innovativo. Vige ancora la vecchia maniera di un tempo: clericale, bigotta e chiusa piena di perbenismo fasullo e finto, con le file davanti alla porta del politico locale per favori personali, istanze di lavoro, di pensione ecc. Questa è ancora la politica che noi vorremmo ad uso personale con il politico a nostro servizio? Il sistema è difficile da rinnovare non tanto nella qualità dei parlamentari, ma nella loro qualità intrinseca di comunicatori. Se tutto ciò ci fa impressione, allora vuol dire che ce n’è di strada da fare per migliorare le cose. Ciò che ci manca è l’essere portatori di una normalità che invece è la prerogativa per ogni cittadino che chiede il giusto. Basta preclusioni.
Peppe Giannetto
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