Sindacati, minoranza PD ed opposizione in Parlamento hanno espresso una sostanziale e decisa critica alla legge di stabilità. Diversi i rilievi sollevati, tra i quali l’aumento (che si tenta malamente di nascondere) della pressione fiscale, la mancanza di risorse da destinare alla questione della disabilità e i tagli agli enti locali che, nonostante la riduzione degli sprechi, potrebbero determinare un aumento delle aliquote e una diminuzione dei servizi. Parere favorevole, invece, è stato espresso da Bankitalia che, tramite il vicedirettore Luigi Signorini, ha espresso un giudizio positivo, giacché ha ritenuto che la manovra realizzi “una significativa riduzione del cuneo fiscale e finanzia riforme potenzialmente importanti, relative all’istruzione scolastica e al mercato del lavoro”. L’aggiustamento dei conti pubblici, invece, potrebbe contribuire ad eliminare il pericolo della recessione.
Da parte del Premier, Matteo Renzi, invece, viene continuamente portata avanti, con forte enfasi, l’opera di persuasione nei confronti dell’opinione pubblica in generale, rispetto alla bontà ed alla opportunità della manovra economica, tanto è che il segretario del Pd, dinanzi alle continue critiche a lui rivolte, che mettono in evidenza le lacune e le ombre della legge di stabilità, ha pensato di ricorrere ad un vecchio trucco che la politica, molto spesso, rispolvera, come la storia ampiamente dimostra, non quando vi siano reali presupposti che facciano giustamente propendere verso ipotesi di questo tipo, ma ogni qual volta ritiene che gli equilibri politici sui quali essa stessa si basa stiano diventando fragili oppure nelle circostanze in cui non riesce a conseguire, se non in misura irrisoria ma comunque insoddisfacente, i risultati sperati. Il riferimento è all’evocazione di complotti politico-affaristici, in modo altamente esagerato, con il chiaro intento di spostare l’attenzione dei cittadini dal vero problema, ovvero il mutamento non tanto del sistema economico, quanto piuttosto della cultura del lavoro e dell’imprenditoria verso soluzioni poco chiare e fortemente lesive dei diritti delle categorie sociali più deboli.
Bankitalia, tuttavia, lancia un avvertimento sul quale è necessario che il Governo e la maggioranza che lo sostiene indugino più di quanto non abbiano fatto fino ad ora. Come è noto, l’ampio intervento sul fronte del lavoro, prevede un provvedimento che consente ai lavoratori di scegliere se farsi anticipare mensilmente in busta paga la quota maturanda del Tfr. Secondo Signorini tale previsione deve essere limitata nel tempo, giacché, in caso contrario si potrebbe aggravare il rischio che in futuro vi siano pensioni non adeguate, soprattutto per i lavoratori a basso reddito e per i giovani.