di PepGiann – La “ bella novità” della collocazione in busta paga della liquidazione maturata stabilisce solo un aumento delle tasse “per tutti i lavoratori che hanno il Tfr nel settore privato”. Nei propositi del Governo Renzi la misura è scaturita per cercare di rilanciare i consumi: invece sarà un’effettiva e propria patrimoniale a carico dei lavoratori. Poiché questa manovra racchiude solo aggravi tributari sui risparmi creati da fondi e pensioni integrative: come dire si tassa non la ricchezza ma la gestione di risparmi con finalità assistenziali e previdenziali. Realizzando alcune rappresentazioni di scenari futuri non tanto ipotetici, si presumerebbe un aumento della imposizione fiscale sui fondi pensione dall’11,50% al 20%. Per il Tfr accantonato in azienda, all’opposto, la tassazione passerà dall’11% al 17%. «Su un risparmio ipotetico accantonato in un fondo pensione di 40mila euro e con un rendimento del 3%, si verseranno 102 euro all’anno in più allo Stato. Per il Tfr accantonato in azienda, prevedendo una liquidazione di 20mila euro e un rendimento del 3%, si tratta quindi di altri 41 euro all’anno di maggiore prelievo». Conti che fanno da contraltare a quelli disegnati da Renzi con grande eloquenza, che ha considerato in un centinaio di euro al mese l’aumento delle entrate in busta paga per stipendi netti di circa 1.300 euro.