Che il premier Renzi, avesse preso come esempio da seguire, il presidente USA Obama, non c’era alcun dubbio. In tutti i suoi discorsi non manca mai uno slogan, e sull’onda del “YES WE CAN” Obamiano, sono stati lanciati molti “motti – slogan” tipo “rottamiamo….” “Giorno dopo giorno”; “Il futuro inizia adesso”; “Cambia l’Italia” ed altri ancora…. Ma la politica, e la vita vera, non vanno avanti per slogan ed i problemi non vengono risolti in codesta maniera…. Infatti se da un lato dovrebbero infondere ottimismo e speranza, nella realtà dei fatti, i soliti “fuochi artificiali” hanno lasciato il posto alla “nuda e cruda” realtà con gli evidenti risultati del governo Renzi e come, almeno stando a quanto rivela una indagine condotta da Ipsos Mori (istituto di ricerca britannico) su 14 Paesi analizzati, gli italiani siano dei pessimisti senza speranza che vedano il futuro a dir poco nero. E non fermandosi a ciò rivela che dei 14 paesi “analizzati” (tra i quali ci sono Gran Bretagna, Australia, Usa, Svezia, Canada, Francia, Spagna, Belgio, Giappone, Corea del Sud, Ungheria e Germania e Polonia) l’Italia, o meglio il campione di italiani presi in esame, non abbia ben chiara la situazione e che ignori le reali dimensioni di alcuni fenomeni globali ma anche interni ai suoi confini e vive nella convinzione che tutto vada drammaticamente peggio della realtà… In poche parole da popolo propenso all’ottimismo siamo passati ad un pessimismo quasi “congenito” . Dati della ricerca alla mano risulta che : il nostro paese crede che il 30% della popolazione sia costituita da immigrati, mentre il dato reale è 7%. Pensiamo anche che i musulmani siano il 20%, mentre sono appena 4%; che il 48 % della popolazione (cioè quasi la metà del totale) sia fatto di over 65, che sono in realtà il 21%. E che i disoccupati siano il 49%, mentre sono il 12%. Molte le domande che potrebbero nascere ma non è questo il posto delle risposte. E ritornano agli slogan e “parole d’ordine”, l’ultimo lanciato dalla “leopolda” dal nostro premier è stato faceva intendere che chi invochi l’articolo 18 è un nostalgico. A risposta di ciò arriva il sondaggio dell’Istituto Piepoli, che fatto “fortunatamente” prima dei fatti di Roma e pubblicato da Affari Italiani, dove vede i sindacati avanti 17 punti percentuali contro il premier. Infatti Il 57% degli italiani sta con Landini e la Camusso e solo il 40% apprezza infatti la dichiarazione del premier alla Leopolda e solo il 3% non ha espresso opinione. Da questi sondaggi e ricerche di certo non ne esce un premier vincente, ma saranno gli eventi a confutare o meno le opinioni. Per ora il premier ha da risolvere il problema della “successione” alla Farnesina, altra “gatta da pelare”.