Il giorno dopo della manifestazione della Cgil a Roma, la polemica politica sulla riforma del lavoro non accenna a placarsi. Da una parte – Camusso – e dall’altra – Renzi e la compagine governativa – non si fa altro che alimentare la tensione. Il Presidente del Consiglio, dal canto suo, senza usare giri di parole ha dichiarato che “nel 2014 aggrapparsi ad una norma del 1970 che la sinistra di allora non votò è come prendere un iPhone e dire: dove metto il gettone del telefono? O una macchina digitale e metterci il rullino. È finita l’Italia del rullino”. La valutazione non deve essere piaciuta al segretario generale della Cgil che ritiene che il segretario del Pd, dalle considerazioni che espone, dimostri di non avere argomenti con i quali contraddire il giudizio espresso nei confronti della manovra economica.
E la legge di Stabilità, secondo quanto chiarito dal Ministro delle Riforme Maria Elena Boschi, deve essere approvata entro il 31 dicembre. A chi le ha chiesto se anche in questa importante circostanza, considerato ciò che c’è in ballo, il Governo intenda porre la questione di fiducia, il Ministro ha risposto che, per il momento, è prematuro porre il problema. Una risposta, questa, che lascia intendere che in ambienti governativi l’ipotesi è considerata tutt’altro che da scartare.