ALLA PROSSIMA UDIENZA ULTIMA CHIAMATA PER REGIONE E COMUNE
A seguito della presentazione dell’istanza di ammissione al concordato, lo scorso 5 giugno, Atam ha posto in essere tutte le iniziative necessarie non solo al risanamento dell’azienda ma anche ad una sua profonda innovazione, nella consapevolezza che l’attività svolta dovesse essere finalizzata sia al ripianamento dei debiti ma anche, e soprattutto, alla prefigurazione di un’azienda moderna ed efficiente. La definizione del piano concordatario presupponeva, come è noto, la “certificazione” dei crediti la cui mancata formalizzazione, malgrado lo sforzo di tutti, Regione compresa non ha consentito ad Atam di poter presentare un piano avente i requisiti che la legge impone per essere attestato da un professionista abilitato. Per questo motivo, alla luce delle operazioni già compiute dall’Azienda in ordine al risanamento contabile, alla “virtuosa gestione operativa antitetica a quelle precedenti”, considerati anche l’accertamento in corso per la verifica di eventuali responsabilità dei precedenti amministratori e la gran mole di lavoro svolto per un nuovo piano industriale, Atam ha richiesto alla Procura della Repubblica di valutare se potevano ritenersi venuti meno i presupposti per la dichiarazione di fallimento. Il cui eventuale accoglimento avrebbe garantito ad Atam altri 106 giorni per la presentazione del piano concordatario. La Procura della Repubblica, pur riconoscendo e apprezzando gli sforzi ed i meriti dell’attuale governance aziendale, ha ritenuto di non poter accogliere tale istanza per diversi motivi: il permanere di incerte garanzie sulla capacità del Comune di procedere alla necessaria ricapitalizzazione dell’azienda, la mancanza di adeguate certezze sulla pronta esigibilità del credito vantato verso la Regione, la persistente contestazione dell’accordo di solidarietà da parte della sigla sindacale USB. Tali circostanze hanno indotto la Procura della Repubblica a ritenere non superati i motivi che l’avevano spinta a richiedere il fallimento di ATAM. Ragion per cui, alla prossima udienza innanzi al Tribunale di Reggio Calabria, in cui verrà discussa l’istanza di fallimento dell’azienda, l’ATAM auspica di poter offrire ciò che la Procura ha invocato: la “certificazione” dei crediti da parte della Regione Calabria e la manifestazione di volontà di un pieno e concreto coinvolgimento del Comune di Reggio Calabria nel progetto di risanamento.Quanto alla USB non possiamo che confermare la valutazione critica già espressa in altra sede, prefigurando l’azione dei suoi iscritti quasi un auspicio di fallimento dell’azienda. Cogliamo, invece, l’occasione per ringraziare le altre organizzazioni sindacali ,largamente maggioritarie, che hanno sottoscritto gli accordi di riduzione del costo del lavoro e con le quali si mantiene un costante confronto. ATAM ha peraltro verificato, sulla base di elementi economicamente e finanziariamente accertati da una società di revisione di primaria rilevanza, la possibilità di giungere concretamente ad un risanamento anche al di fuori della procedura concordataria. Pertanto, confortati dal giudizio espresso dalla Procura, alla quale porgiamo il nostro sentito ringraziamento, sul lavoro sin qui svolto, ATAM conferma la volontà di risanare e ammodernare l’azienda con lo scopo di salvaguardare centinaia di lavoratori e la dignità delle rispettive famiglie, e assicurare l’erogazione del servizio di trasporto pubblico essenziale per la nostra città.
c.s. -Atam