Le regioni sono entrate, ormai, a pieno titolo all’intero del dibattito politico che ha come oggetto i tagli agli sprechi e la revisione della spesa pubblica. Ma, se da un lato, i Presidenti delle regioni, anche i più ostili al Governo come Maroni, sono d’accordo in merito all’opportunità di abbattere gli sprechi, dall’altro, sembrano essere irremovibili in merito ai tagli alla spesa, paventano il rischio di dover alzare le tasse o ridurre pericolosamente i servizi.
Nell’occhio del ciclone finisce, spesso e volentieri, la Sicilia per via soprattutto dell’elevatissimo numero di dipendenti pubblici, motivo per cui Rosario Crocetta è costretto ad alternare posizioni difensive ad attacchi duri contro detrattori, avversari politici e media in generale. Ieri, tuttavia, è arrivata una comunicazione importante e controversa direttamente dal Presidente della regione che ha annunciato di aver azzerato la giunta regionale.
“Ho appena firmato i decreti di revoca degli assessori”, ha chiarito Crocetta, aprendo quindi una vera e propria crisi politico-istituzionale di non facile soluzione. La sua volontà è quella di arrivare al più presto a formare un nuovo Governo, il terzo, ma, nel frattempo, dal centrodestra hanno annunciato l’imminente presentazione della seconda mozione di sfiducia in due anni. A questa dovrebbe accompagnarsi quella del Movimento cinque stelle.
Nella giornata di oggi, inoltre, si svolgerà l’incontro tra regioni e governo sui tagli previsti dalla Legge di Stabilità, alla presenza del Premier Matteo Renzi e del Presidente della Conferenza dei Presidenti delle Regioni, nonché presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino. “Il fatto che ci sia un incontro mi sembra un segnale di disponibilità – ha dichiarato ieri Chiamparino, secondo quando si legge sul sito www.regioni.it – Mi auguro che si riesca a lavorare insieme per trovare soluzioni”. Siamo pronti a fare la lotta agli sprechi – ho proseguito – ma chiediamo che l’applicazione rigorosa dei costi standard valga per le Regioni ed anche per i ministeri” . “Non facciamo alcun ricatto – ha concluso – ma confermiamo che la manovra così come è configurata è difficilmente sostenibile per le Regioni”.