I rapporti tra sindacati e Governo stanno diventano sempre più tesi. L’ultimo oggetto del contendere è rappresentato dai contratti collettivi di lavoro del pubblico impiego che sono fermi al 2010. Carmelo Barbagallo, candidato alla segreteria della Uil, infatti, ha etichettato come inaccettabile il blocco dei contratti, attaccando duramente il Governo che, a suo dire, non avrebbe rispettato i patti. Dopo i duri contrasti, tuttora in corso, con la Cgil a causa, principalmente, della riforma del lavoro e della legge di stabilità, adesso l’attuale esecutivo si trova a dover affrontare una nuova grana.
Anche l’Uil, infatti, seguendo a ruota Cgil e Fiom, invoca cambiamenti al progetto di manovra finanziaria che il Governo si sta apprestando ad ultimare. Infatti, per come questa è stata ideata, non solo si andrà incontro al sesto anno consecutivo senza rinnovo del contratto, ma sarà anche bloccata l’indennità di vacanza contrattuale fino al 2018. Qualora i cambiamenti non dovesse verificarsi la prospettiva potrebbe essere quella di una lunga stagione di lotte sindacali unitarie. Susanna Camusso, intanto, non intende perdere tempo e si prepara alla manifestazione, annunciata da diverso tempo, del 25 ottobre, che dovrebbe vederla marciare insieme al segretario della Fiom, Maurizio Landini, il quale non ha mai nascosto il suo desiderio di dar vita ad uno sciopero generale con annessa eventuale occupazione delle fabbriche. Insomma, l’aria è più che tesa ed ad alzare i toni dello scontro ci pensa soprattutto il non eletto Presidente del Consiglio Matteo Renzi, sempre combattivo in Italia per un tutti contro tutti inutile e controproducente, ma conciliate e remissivo in Europa, chiacchiere a parte.
Anche se, a ben vedere, forse il segretario del Pd sta iniziando a capire che aria tira ed, infatti, è tornato a rispolverare la solita arma di distrazione e controllo di massa, ovvero un nuovo bonus di 80 euro, che chissà quanto costerà segretamente agli italiani. Si tratta del bonus Bebè, di cui abbiamo già parlato, e secondo il quale dal primo gennaio del 2015 gli 80 euro saranno dati non solo a chi prende meno di 1.500 euro al mese, ma anche a tutte le mamme che fanno un figlio, per i primi tre anni. Secondo quanto trapelato sarà garantito ai redditi fino a 90mila euro.
A questo punto qualche riflessione sorge spontanea. Chissà perché questi bonus da 80 euro vengono tirati fuori ogni volta che Matteo Renzi ed il Governo attraversano momenti di difficoltà (peraltro mal celata tirano). E, soprattutto, chissà quando il popolo italiano finirà di accontentarsi delle ossa o, peggio, delle briciole.