“Riccardo Lombardi e il riformismo forte”. Questo il titolo dell’incontro dibattito voluto dai “Socialisti Uniti – Psi” e ospitato, sabato scorso, dai locali del palazzo storico della Provincia di Reggio Calabria. Presenti, in un appuntamento che è servito a rimarcare l’attualità del pensiero dello storico leader del Psi a trent’anni dalla sua scomparsa, tra gli altri: i coordinatori regionale e provinciale dei “Socialisti Uniti – Psi”, Gianpaolo Catanzariti e Pierpaolo Zavettieri; la portavoce del partito, Angela Romeo; il presidente dell’Istituto “Riccardo Lombardi”, Claudio Signorile. «Il riformismo di Lombardi è disarmante per la sua attualità – ha affermato nella sua introduzione Pierpaolo Zavettieri – A differenza dei giorni nostri, le sue riforme seguivano una strategia globale. Oggi, invece, capita anche di varare riforme, ma solo a seguito di emergenze e mai collegate tra loro. Questo è il primo freno allo sviluppo del Paese». A snocciolare i dati sulla figura dello storico leader socialista è toccato ad Angela Romeo che ha ricordato il congresso Psi del 1973, la successiva caduta del governo Fanfani e la svolta del ’76 con Craxi che sconfisse Lombardi e Giolitti. Prima, però, le sue “riforme di struttura” portarono alla nazionalizzazione dell’energia elettrica, che diede impulso anche alle politiche occupazionali. «Oggi sembra quasi un paradosso, ma fu proprio Lombardi – ha chiosato Angela Romeo – a varare il concetto di occupazione come variabile indipendente, a cui tutte le altre variabili si sarebbero dovute adeguare». Ripartire dal riformismo forte di Lombardi per «riprendere un cammino bruscamente interrotto con l’avvento della seconda Repubblica», è il concetto sciorinato da Catanzariti. «Come potremmo oggi non parlare di riforme? – l’interrogativo del coordinatore regionale dei “Socialisti Uniti – Psi” candidato alle comunali del 26 settembre nella lista “Reset” a sostegno di Falcomatà – Non si potrà immaginare la nuova città metropolitana senza un piano strutturale dei trasporti. Oggi, però, c’è la possibilità perché attecchisca il seme del riformismo». Conclusioni affidate allo stesso Claudio Signorile. «Oggi parliamo di Lombardi, ma non lo facciamo come si fa di un morto – ha rilevato l’ex ministro – Una figura rilevante non muore mai, o meglio, vive due volte: la seconda con quello che ha lasciato. Riccardo era un ingegnere del socialismo». Subito dopo la riflessione sulla crisi del Paese e del Mezzogiorno, con una critica a chi parla di mancanza di risorse. «Abbiamo come disponibilità per le Regioni meridionali risorse per 50 miliardi di euro. Non esiste altra realtà che abbia risorse del genere. Cosa non abbiamo? I progetti». Infine la proposta. «È arrivato il momento di passare a una dimensione sovraregionale che può contare su un bacino di 13 milioni di abitanti e un sistema portuale tra i più importanti al mondo. Con questa riforma il Sud non sarebbe più una semplice appendice dell’Europa, ma la porta d’accesso al più grande mercato mondiale».
Federazione “Socialisti Uniti – Psi” Reggio Calabria