Il candidato Vincenzo Meduri denuncia il silenzio intorno alla cardiochirurgia di Reggio Calabria

reggio futura“Ancora tutto tace. Sono passati esattamente dodici mesi da quel Settembre 2013, quando è stata pubblicata una manifestazione d’interesse per l’affidamento ad un soggetto privato del Reparto di Cardiochirurgia presso l’Azienda Ospedaliera Bianchi-Melacrino-Morelli di Reggio Calabria, ma allo stato attuale, non vi è l’uscita del bando di gara”.  Il candidato per la lista Reggio Futura Vincenzo Meduri interviene sull’annosa questione che riguarda la cardiochirurgia di Reggio Calabria.

“E’ un percorso assurdo, tempestoso e difficile – denuncia Meduri – quello che sta attraversando la cardiochirurgia di Reggio Calabria. Tutto ha inizio nel 2006 quando la Regione Calabria istituisce dieci posti letto di cardiochirurgia presso l’Azienda Ospedaliera Bianchi-Melacrino-Morelli di Reggio Calabria che, all’epoca però, risulta priva di fondamento pratico per la mancanza di una struttura dedicata.  La Giunta Loiero, in piena campagna elettorale, dava l’autorizzazione per effettuare un bando di gara per l’affidamento dei lavori e l’acquisto di apparecchiature, per un totale di 18 milioni di euro. Fu poi autorizzato l’avvio dei lavori che si conclusero nel novembre 2011.

Ora la parte dolente e assurda, che mi lascia basito e scandalizzato sia come cittadino che come spero, futuro amministratore di questa città – prosegue Vincenzo Meduri – riguarda il collaudo delle apparecchiature effettuato il 19 dicembre del 2011. Da quel giorno, il reparto risulta chiuso con  costi pari a 130.000 euro mensili, quindi ad oggi sprecati € ( 130.000,00 x 12 x 4)= € 6.240.000,00) per il Leasing delle apparecchiature senza, purtroppo, ricavarne nulla  e senza erogare alcun servizio al cittadino dal momento che, i Politici Ministeriali non danno autorizzazione.

L’ex  Presidente Giuseppe Scopelliti sin dal suo arrivo cercò in tutti modi di rendere utilizzabile il “gioiello” chiuso a chiave,  scontrandosi con diversi scogli che non hanno fatto decollare la struttura, quali il Tavolo Massicci, il piano di rientro, il blocco del turnover. Uno dei problemi spesso sollevati dal Tavolo Massicci, è che la Calabria sarebbe già dotata e quindi ben servita da due cardiochirurgie, il Policlinico Universitario di Germaneto e la Casa di Cura Privata convenzionata Sant’Anna Hospital, entrambe situate a Catanzaro.

Allora mi chiedo ma i “signori in questione” che dovrebbero governare scegliendo le soluzioni migliori per il cittadino, conoscono il bacino d’utenza esistente in Calabria? Conoscono la forma geografica della Regione Calabria e la mobilità passiva extraregionale? La Cardiochirurgia di Reggio Calabria potrebbe essere una struttura collocabile tra i primi centri d’ Europa, e  senza precedenti in Italia poiché a differenza di altri Centri presenta, nello stesso piano, sale operatorie, Terapia intensiva, degenza, ambulatori e sala multimediale ma quel che più m’interessa è che si sta sottraendo al popolo reggino un ottimo servizio di risposta al bisogno, e oltre che da uomo comune, da sportivo so bene cosa significhi avere un “cuore sano” e in particolare avere la garanzia come cittadino di una risposte immediata all’occorrenza. Migliorare la qualità di vita significa ridurre episodi gravi in tempi celeri, cosi da evitare situazioni estreme e dolorose.

Ed ancora chiedo a gran voce all’attuale commissario ad acta per il piano di rientro, il Generale Pezzi, che si è sempre detto favorevole all’apertura di Cardiochirurgia anche in riva allo Stretto che cosa aspetta? Non da meno vorrei sapere dal Direttore generale di Agenas, già direttore generale della Programmazione sanitaria del ministero della Salute, Francesco Bevere perché il programma operativo non sia stato ancora approvato?

Nel silenzio assordante di tutti e dinnanzi allo stallo attuale legittimamente siamo indotti a pensare che forse ci sia la precisa volontà di agevolare le strutture private.

Non può essere disatteso il diritto alla salute  costituzionalmente garantito dall’ articolo 32 che di fatto obbliga lo Stato a promuovere ogni opportuna iniziativa e ad adottare precisi comportamenti finalizzati alla migliore tutela possibile della salute”.

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