L’ennesima polemica politica, quella, cioè, che si sta creando attorno al cosiddetto Def, il documento di economia e finanza, mette in evidenza ancora una volta che, non solo l’economia italiana non ha subito quello shock positivo che il Governo si auspicava soprattutto a seguito del provvedimento degli 80 euro, mettendo quindi concretamente a rischio la crescita, ma – come se tutto ciò non bastasse – anche il drammatico dato dell’aumento della povertà. L’aspetto che desta la maggiore preoccupazione riguarda il fatto che a crescere in modo quasi vertiginoso è stato il livello di povertà assoluta dei minorenni, aumentato addirittura del 35%, toccando quota 1,434 milioni. Diverse sono le motivazioni che stanno alla base di questa valutazione: le condizioni in cui versano milioni di famiglie, la totale mancanza di lavoro e le conseguenti difficoltà di ingresso, i livelli piuttosto modesti di retribuzione.
Insomma si tratta di un nuova indagine che consegna al popolo italiano un altro dato negativo che grava come un macigno sulle spalle di un Governo che, proclami e annunci altisonanti a parte, non si è neppure minimamente avvicinato alle innumerevoli promesse fatte. Ennesima conferma – questa – della totale incapacità della classe politica di trovare rimedi concreti ai tanti problemi la cui risoluzione è stata per anni irresponsabilmente rinviata. Ma, a ben vedere, non vi è solo questo. L’adesione alla zona euro, i vincoli e i parametri dei vari trattati, firmati negli anni precedenti nonostante da più parti fossero stati suonati diversi campanelli d’allarme, hanno fortemente penalizzato il nostro Paese e contribuito ad aggravare quasi irrimediabilmente la situazione.
Qual è, quindi, la soluzione? Nemmeno a farlo apposta, il vice direttore generale di Bankitalia, Luigi Federico Signorini, in perfetta sintonia con l’attuale esecutivo guidato da Matteo Renzi, ha dichiarato che “è necessario ridurre la spesa pubblica e la tassazione e procedere alla realizzazione degli interventi strutturali riducendo gli sprechi”, perché, ha continuato, “le previsioni macroeconomiche nel Def presentano rilevanti rischi al ribasso”. Gli fa eco il Presidente della Corte dei Conti Raffaele Squitieri, secondo il quale “è necessario che il Paese proceda senza incertezze nel percorso delle riforme”.
A noi, comuni mortali, non resta che aspettare che qualcuno ci indichi, una volta per tutte, quale sia questo percorso, perché, tolto il fumo dagli occhi, ancora non è stata realizzata nessuna riforma che possa definirsi seria, quelle di cui si è discusso in questi mesi sono state oggetto di cosi tanti stravolgimenti che a stento si riesce a riconoscerle, quelle che dovrebbero porre le basi per la crescita e il lavoro appaiono sempre più incomplete e discutibili.