di Annamaria Milici – Domenica 12 Ottobre, l’ ultimo giorno del tour dei monaci tibetani a Reggio Calabria; tra canti, suoni e musiche suggestive, cerimonie, rituali e preghiere, i monaci del Monastero Buddista Tibetano di Gaden Jangtse, secondo la tradizione Mahayana hanno costruito il Mandala e domenica sera l’ hanno distrutto, regalando uno spettacolo affascinante ai cittadini che accompagnando i monaci fino all’ Arena dello Stretto, hanno assistito al rito finale di dissoluzione delle sabbie benedette del Mandala stesso in mare. Il Museo Archeologico di Reggio Calabria, dal 27 Settembre ha ospitato i quattro Lama Geshe Dorij Wangchuk, Geshe Thubten Yeshe, Geshe Tsering Penjor e Geshe Thubten Dargye che, hanno fatto conoscere in pochi giorni gli aspetti più profondi della cultura tibetana sempre più a grave rischio di definitiva estinzione. Il rituale dei grandi mandala di sabbia colorata, i canti, la musica tradizionale, la medicina tibetana, i costumi e le maschere variopinte e le altre forme di arte che costituiscono un patrimonio di grande valore da preservare, così come gli stessi abiti indossati dai monaci, hanno sensibilizzato gli ospiti del Museo Archeologico che fino al 12 Ottobre hanno partecipato incuriositi ed emozionati alla condivisione dei precetti di una cultura che ancor prima di essere religione costituisce uno stile di vita, che seppur apparentemente lontano dalle abitudini occidentali, ha in comune (con metodi diversi) la diffusione nel mondo di messaggi di pace e amore universali. Il 27 Settembre si è svolta la cerimonia di inaugurazione del Mandala, costruito nei 15 giorni dai Lama al Museo. A fine ottobre è previsto l’ arrivo del primo Lama della Calabria, e con lui il progetto di realizzare un vero e proprio monastero universitario, unico nel mondo, fuori dai territori del Bhutan, Tibet e India. La Calabria avrà il suo primo monastero buddhista, e sorgerà a Reggio con la benedizione del Dalai Lama; sarà il secondo in Italia e darà un futuro ai 2000 monaci tra anziani, giovani e bambini, che nel Monastero di Gaden ormai vivono in condizioni di sovraffollamento degli ambienti, e spesso riescono ad avere a malapena un pasto al giorno. Nonostante le difficoltà e le vicende drammatiche che il popolo tibetano da ormai più di mezzo secolo sta affrontando, i monaci-studenti continuano con devozione ad applicarsi negli studi tramandati. Il progetto di un tuor in Italia ha inoltre dato la possibilità ai monaci di raccogliere tramite offerte e donazioni, fondi per il monastero. Cos’è il Mandala? Ha così affascinato il pubblico reggino che in questi giorni ha partecipato incentivando le visite al Museo e sollevando opinione ed interesse anche tra i più piccoli e i più scettici. Il Mandala è un diagramma geometrico in cui sono sistemati dei simboli sui quali si basa il processo di visualizzazione. Esso è costituito di cerchi concentrici che racchiudono un quadrato (che simboleggia il palazzo divino o tempio, dimora della divinità), munito di quattro porte poste nelle direzioni cardinali e contenente nel suo interno un cerchio con un fiore di loto: sui petali di questo fiore vi sono varie divinità mentre sulla corolla vi è la deità principale ( ad es: Buddha), alla quale il mandala è dedicato e che rappresenta in modo concreto e visibile una determinata attitudine positiva della mente. Il Mandala è stato definito anche uno “psicocosmogramma”, cioè la rappresentazione simbolica e ideale della struttura dell’ intero universo e della persona umana, la raffigurazione delle forze elementari che governano l’ esistenza, operando nel cosmo in genere e negli esseri senzienti a livello fisico e psichico. Sarebbe riduttivo spiegare un universo in poche righe, l’ immersione in una cultura diversa, svuotandosi delle proprie conoscenze, è l’unico modo per avvicinarsi e godere di nuovi insegnamenti, per allargare la mente, e aumentando e incrementando il nostro bagaglio intellettuale senza pregiudizi, illuminando il cuore, così come le candele hanno fatto in questi giorni durante i riti tibetani. Conoscendo autenticamente il proprio ” Sé” si può intraprendere un viaggio alla scoperta del proprio mondo interiore.