“Senza iscritti il Pd non è più un partito”. E’ Pier Luigi Bersani, ex segretario nazionale a commentare i dati, diffusi dal quotidiano Repubblica, sul pesante ed inatteso crollo del tesseramento nel Partito democratico. Si partiva dalla rosea previsione di raccogliere per fine anno circa 100.000 tessere, ma il flop alle primarie dell’Emilia Romagna di domenica 28, ha riportato i vertici del partito sulla “terra” ferma. Il periodo “teso” del PD si conclude molto peggio di come era iniziato a causa degli attriti interni causati dalla vicenda relativa all’articolo 18. La paura in casa PD è che il partito diventi di soli elettori e non più di iscritti come invece sancisce il suo statuto. Incredibilmente i democratici riescono ad essere divisi anche su questa preoccupazione perché c’è chi (Lorenzo Guerini vicesegretario) smentisce seccamente i dati pubblicati dalle testate più autorevoli. Effettivamente è un’anticipazione di calcolo, quasi una media aritmetica, ma è estremamente improbabile che in pochi mesi si riesca a bissare il dato dello scorso anno. Una “fotografia” veritiera di quello che sta accadendo in relazione consenso elettorale è pervenuta a Renzi e soci dalle primarie per la scelta del candidato alla Regione Emilia Romagna (che riamane la loro regione “forte”) durante le quali sono andati alle urne solo 58.000 elettori, un grosso danno anche in termini di raccolta di denari per l’attività di partito. Quindi se il trend dei tesseramenti non sarà invertito, essendo stato eliminato il finanziamento pubblico ai partiti, le casse del PD rischiano il rosso. I dati sono scoraggianti in tutto il Paese. L’ Umbria aveva 14000 iscritti , oggi sono forse 7.000. Pochissime unità di tessere in Sicilia, Sardegna,Puglia, Basilicata e Molise. Torino, aveva 10.000 tesserati, adesso è scesa 3.000. Per esempio a Napoli nel 2013 si contavano 70.000 iscritti, oggi contando anche le province si arriva a malapena a diverse centinaia. Forse il partito Democratico non è pronto per il cambio nella struttura a cui ambisce Renzi. I soliti malpensanti o bene informati, dipende dai punti di vista, scommettono si da ora che il premier potrebbe mirare a rottamarlo definitivamente per creare un nuovo soggetto politico.
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