Le notizie che si susseguono sulla stampa, le dichiarazioni che rimbalzano dal nazionale al locale, le note diramate da esponenti politici di tutti i partiti, soprattutto nelle ultime ore, attestano solamente una triste verità e cioè che il complesso di questi atteggiamenti porta la gente a percepire la politica come un intreccio di condizioni da creare ad hoc con l’intento di raggiungere traguardi personali e posizioni utili al proprio interesse. La Calabria ed i calabresi non possono e non devono assistere a teatrini che squalificano il mondo politico – istituzionale incrementando, ancora di più, la distanza, purtroppo già importante, tra la popolazione e gli assetti che, a vari livelli, gestiscono la cosa pubblica. Non è sostenibile che ci si dedichi a diatribe sterili che riguardano collocazioni, nomenclature, scelte, simboli, alleanze etc., mentre le problematiche della nostra regione continuano ad alimentarsi divenendo sempre più corpose e recando serie difficoltà alle famiglie le quali, in una fase così drammatica, sono legittimamente animate da una profonda sfiducia o, peggio, credono a promesse ‘miracolose’ che non potranno essere mantenute. Insomma tra venditori di fumo e garanti di fantomatici posti di lavoro che vengono fuori, guarda caso, solo ed esclusivamente in periodo elettorale, liti a mezzo stampa, indecisioni, possibilità di ‘inciuci’ e contrasti bipartisan, l’immagine che si delinea agli occhi dell’opinione pubblica è quella di una politica capace di impegnarsi solo su questioni inerenti la strada migliore per non perdere i propri privilegi, senza soffermarsi (cosa che dovrebbe invece rappresentare l’unica priorità) a delineare iter programmatici realistici e concreti che sostengano i territori ed i calabresi. È davvero con rammarico che si registra la svendita di valori ed ideologie per conquistare il tanto ambito posto al sole. Ciò che la popolazione riconosce, alla fine, è solo una strategia improntata all’assalto alla poltrona e ad una dimostrazione di forza (da parte di tutti gli attori protagonisti delle vicende politiche) che non producono benefici alla collettività già provata e stremata da una crisi economica e finanziaria senza precedenti: collettività cui è fondamentale dare risposte che, a queste latitudini, non giungono neppure dal Governo. Ritengo sia giunto il momento di una responsabilizzazione generale e di una presa di coscienza che riescano a far tornare la politica al suo ruolo non riducendola più ad una rappresentazione caricaturale di se stessa.