Al centro della politica calabrese, la tutela del pescatore: la Regione Calabria ha svolto un’azione puntuale nel favorire la stabilizzazione del comparto e nel creare le condizioni per il suo rilancio
Catanzaro, 30 Settembre 2014 – A pochissimi giorni dalla conclusione dei lavori della Conferenza Regionale sulla Pesca in Calabria, in cui si è discusso dello stato dell’arte del settore ittico e delle sue prospettive di sviluppo, l’Assessorato all’Agricoltura della Regione Calabria si ritiene soddisfatto dei risultati emersi dall’accurato confronto che ha coinvolto i massimi vertici istituzionali del settore e puntualizza la situazione del comparto ittico calabrese, a fronte dei dati non omogenei forniti da alcune testate televisive. Puntualizza l’assessore all’Agricoltura della Regione Calabria – Michele Trematerra: “la crisi del comparto interessa tutta l’Italia e non solo la nostra regione. Il Dipartimento all’Agricoltura della Regione Calabria – insieme agli altri assessorati d’Italia – sta affrontando in maniera incisiva, il braccio di ferro contro la politica restrittiva della Commissione Europea, con l’obiettivo unico di tutelare il pescatore. Comprendiamo benissimo – ha proseguito l’Assessore Michele Trematerra – il malessere dei pescatori, ma dobbiamo anche fare i conti con la sostenibilità ambientale e la tutela del mare, che non è una risorsa infinita. I nostri sforzi sono tutti orientati verso il sostegno del comparto e la sostenibilità e la tutela del mare. Siamo sicuri che la contrazione della produttività, del fatturato, dei livelli occupazionali del comparto sia stata gestita concretamente, grazie ai fondi strutturali messi a disposizione dall’UE e verrà gestita ancora, grazie a quelli che arriveranno. Per noi il confronto costruttivo con la categoria dei pescatori è prezioso, per questo lo abbiamo voluto anche nel corso della conferenza regionale sulla pesca appena conclusa.” La marineria calabrese si è da qualche tempo adeguata alle mutate condizioni di diminuzione della risorsa e di aumento dei costi energetici e vede, nell’integrazione con le attività turistiche e di valorizzazione della fascia costiera, il suo massimo potenziale di sviluppo.In particolare, di seguito, una breve sintesi di quanto realizzato grazie al Fondo Europeo per la Pesca (FEP 2007-2013) e di quanto verrà realizzato grazie al Fondo Europeo per gli Affari Marittimi (FEAMP 2014-2020) e della situazione attuale della marineria calabrese. Cosa è stato realizzato e promosso dalla Regione Calabria grazie al FEP?La Regione Calabria sta raggiungendo gli obbiettivi di spesa prefissati dall’Unione Europea, che ha assegnato sul FEP 2007-2013 una dotazione finanziaria di contributo pubblico di circa 50.454.678 euro, cui si aggiunge la quota privata pari ad 24.568.484 euro. Tale programma ha consentito il riposizionamento delle attività degli operatori del settore.Nello specifico il Dipartimento ha svolto un’azione puntuale nel favorire la stabilizzazione del comparto pesca e nel creare le condizioni per il suo rilancio. Nel dettaglio:
1) sono state messe in campo tutte le misure socio-economiche volte a creare condizioni di accompagnamento alla riconversione dei pescatori verso altre attività produttive
2) sono state attivate, con buoni risultati, le misure relative agli interventi nel settore della “lavorazione e commercializzazione” dei prodotti ittici che vedono in Calabria alcuni punti di eccellenza a livello nazionale sia imprenditoriali che occupazionali
3) nella logica degli incentivi alle aree di pesca in situazione di crisi, è stato decisivo l’intervento nella promozione dei Gruppi di Azione Costiera, che vedono proprio nell’integrazione tra il comparto ittico e la valorizzazione turistica della fascia costiera il loro momento qualificante. In Calabria, infatti, sono stati costituiti 6 Gruppi di Azione Costiera che hanno avviato, con il primato in Italia, progetti di sviluppo locale.
La situazione del comparto ittico calabrese è in linea con quanto si è prodotto negli ultimi venti anni sia a livello nazionale che dell’Unione Europea. Il progressivo aumento della richiesta di prodotti ittici da parte del consumatore (in Italia la domanda si é accresciuta in 40 anni da 12 a 26 kg pro capite anno) si è dovuto confrontare con il progressivo impoverimento della risorsa marina. Attualmente in Italia, così come a livello europeo, la domanda interna di prodotti ittici è coperta da prodotto pescato “localmente” soltanto per il 30%, mentre il resto proviene dall’importazione anche da paesi lontani (Asia e Sud America principalmente). Il progressivo calo della risorsa marina ha determinato in Calabria, nell’ultimo decennio, un calo della produzione di ben il 22% in termini di produzione sbarcata e del 31% in termini di fatturato (ISTAT 2013). Come detto, il dato è in linea con le altre regioni italiane che in certi casi (si veda la Sicilia la Puglia e le Marche) hanno visto riduzioni prossime al 50% . La crisi del settore ha visto anche la riduzione degli addetti alla pesca diretta che si è attestata in Calabria a 2474 unità (ISTAT 2013), mentre le imbarcazioni presenti nel registro della flotta nazionale sono 866 (Dati Mipaaf – Luglio 2014). La media degli imbarcati è di circa 2,9 unità a fronte di quella nazionale che è di circa 2,2 unità.La riduzione della flotta e degli addetti ha colpito soprattutto i settori della pesca a strascico, considerata di maggior impatto sull’ambiente e i cui requisiti di economicità complessiva si sono drasticamente ridotti a seguito dell’aumento dei costi del carburante. È questo infatti il segmento della flotta da pesca che vede la maggiore potenza installata e per conseguenza un’incidenza dei costi energetici superiori agli altri comparti della pesca artigianale.
È ormai scientificamente provato che lo sviluppo futuro della pesca europea e mediterranea non potrà fare più affidamento su imbarcazioni di grandi dimensioni, con potenze motore elevate, ma dovrà svilupparsi favorendo la piccola pesca artigianale in grado di utilizzare attrezzi da pesca meno impattanti sulla risorsa. Nei dati complessivamente negativi del settore – ribadiamo – che l’attuale consistenza numerica e strutturale della flotta da pesca calabrese è assolutamente in linea con le direttive nazionali e comunitarie in materia e potrà al meglio sfruttare le buone prospettive aperte dall’attuale miglioramento della situazione complessiva degli stocks ittici di recente accertato dall’UE. Il requisito di una flotta da pesca “leggera” in termini di potenza installata, abbinato a quello di estrema differenziazione delle attività di pesca praticate nel corso dell’anno, è quindi un punto di forza e non di debolezza della flotta calabrese. Come la Regione Calabria intende sostenere il comparto grazie al FEAMP (2014-2020).Con il Fondo Europeo per gli Affari Marittimi (FEAMP 2014-2020), che prevede una dotazione nazionale di 537 milioni da distribuire sulle diverse misure in 7 anni, il Dipartimento all’Agricoltura della Calabria darà nuovo impulso alle imprese: diversificando le attività, sostenendo la sostenibilità, l’acquacoltura, la valorizzazione delle produzioni, i partenariati tra pescatori e ricerca, la formazione e il sostegno alla piccola pesca. L’approccio di governance territoriale, calato sul territorio, con il coordinamento diretto della Regione Calabria, avviato con il FEP, sarà rafforzato nella prossima programmazione comunitaria offrendo migliori garanzie per un solido rilancio del settore e per un concreto sostegno ai pescatori.