In questi giorni abbiamo assistito ad una levata di scudi sul recupero del patrimonio storico della città, sulle bellezze naturali della stessa e sulla salvaguardia del nostro territorio. Anche la nostra associazione, a torto o a ragione, è intervenuta in merito ad alcuni progetti di riqualificazione del territorio e del patrimonio culturale non condividendone spesso né l’utilità né la beltà. A tal proposito, solo per far notare” incongruenze” che sono sotto gli occhi di tutti ma che non si capisce perché non vengono segnalate dobbiamo fare notare quello che da qualche settimana è sotto gli occhi di tutti e che non ci rendiamo conto del perché passano inosservate e di un irragionevole silenzio dettato forse da “ rassegnazione”. L’obbrobrio delle quattro (ma non sappiamo se ce ne siano altre) tettoie che fanno bella mostra di sé a Palazzo Zani, rispettivamente dal lato che ospita la sede sia dell’ufficio dell’Agenzia delle Entrate che quella della facoltà di Giurisprudenza e alcuni uffici del Corpo Forestale dello Stato, sul bellissimo Lungomare reggino, in via Miraglia e lungo tutte le entrate posto lungo il perimetro dell’edificio. Non sappiamo se sono temporanee o definitive , certo è che sono un vero e proprio scempio che la nostra città non merita, neppure in via provvisoria. Mentre guardiamo le orribili tettoie il pensiero corre sulle tante battaglie fatte a favore di quegli imprenditori che a torto o ragione avevano abbellito la nostra città e che sono stati vessati da vari provvedimenti restrittivi. Quasi sempre un parere negativo della soprintendenza ai beni paesaggistici , una commissione che saltava e non si riuniva, un parere che mancava . Eppure erano tende, tettoie o gazebo di un certo gusto e pregio che certamente non imbruttivano la nostra città , alcuni esempi : la rimozione del gazebo nella parte alta della terrazza dell’”Etoile” ed è solo di un mese fa la chiusura del Lido “Pepis” per una passerella in legno removibile dal lido alla zona spiaggia. Per carità le regole ed i regolamenti esistono e vanno rispettati da tutti , imprese incluse naturalmente . Ma chi ha autorizzato quelle tettoie obbrobriose ? Il buon senso con i pareri autorizzatori di rito, sono requisiti a cui gli uffici ministeriali sono esentati? Ci chiediamo e attendiamo risposta: le regole, i pareri, i vincoli, valgono solo per i cittadini e gli imprenditori? Ed allora un consiglio a chi di dovere: passeggiando per la città guardiamo anche i palazzi privati o meglio ancora quelli gestiti dagli enti, proprio loro che dovrebbero dare il forte messaggio di ossequio delle leggi, abnegazione alla legalità, e, soprattutto rispetto della città e dei suoi cittadini.