Primi raid degli Usa in Siria: morti più di venti jihadisti dell’Isis

Siria raid Usa

Gli Stati Uniti e cinque paesi arabi alleati hanno compiuto i primi attacchi aerei in Siria contro obiettivi dello Stato Islamico. Secondo fonti dell’amministrazione americana, Arabia Saudita, Emirati arabi, Giordania, Bahrein e Qatar hanno partecipato ai bombardamenti che avrebbero interessato l’area in cui si trova la città di Raqqa, nel nordest del Paese, eletta dai jihaidisti come loro capitale. Un attacco al cuore dello Stato Islamico dunque, in cui gli obiettivi presi di mira sarebbero alcuni centri di comando e controllo: campi di addestramento e depositi di armi e munizioni. Almeno più di 20 le vittime tra i jihadisti miliziani dell’Isis morti nella notte a causa degli attacchi aerei in Siria, secondo quanto ha riferito l’Osservatorio siriano dei diritti umani. La coalizione a guida Usa ha colpito obiettivi dello Stato Islamico oltre che nella provincia di Raqqa, roccaforte dei jihadisti, anche nella città di Albu Kamal dove sono stati effettuati 22 raid aerei e lanci di missili anche sulla città di Albu Kamal e nella provincia orientale di Deir Ezzor, vicino al confine iracheno. L’ammiraglio John Kirby, portavoce del Pentagono ha detto: “Posso confermare che forze americane e alleate stanno compiendo azioni militari contro terroristi dell’Isis in Siria attraverso l’utilizzo di caccia bombardieri e missili Tomahawk”, aggiungendo che per la prima volta sono stati usati in combattimento i più sosfisticati caccia Usa, gli F-22 Raptor, aerei completamente invisibili ai radar, affiancati nell’operazione anche da decine di droni. Con l’inizio dei bombardamenti in Siria è scattato però contemporaneamente anche lo stato di massima allerta negli Stati Uniti sul fronte dell’antiterrorismo perché, anche se al momento non si registrano minacce specifiche,  la nuova offensiva contro l’Isis aumenta la possibilità di attentati ed i rischi per la sicurezza nazionale.

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About the Author: Giulio Borbotti