Il dibattito sulla riforma del lavoro non accenna a placarsi. Tra dure prese di posizione, repliche e tentativi di distensione e conciliazione, anche la giornata di ieri è stata un susseguirsi di commenti, giudizi ed aspri confronti. E cosi, se , da un lato, il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, criticando i conservatorismi, auspica quelle novità necessarie per uscire dalla crisi economico-sociale, ovvero politiche nuove e coraggiose, a livello nazionale ed europeo, per la crescita e l’occupazione, dall’altro, si registrano le critiche del segretario della Cgil, Susanna Camusso, che annuncia uno sciopero, possibilmente unitario ma anche in corsa solitaria, soprattutto in merito alla tanto auspicata cancellazione dell’art. 18 da parte del presidente di confindustria Squinzi. In serata arrivano anche le precisazione di Stefano Fassina, uno dei deputanti della minoranza pd. “Non vogliamo dettare la linea – ha puntualizzato – ma cerchiamo di portare avanti le posizioni del partito”. “Se rimaniamo sul merito e sul modello tedesco più volte invocato da Renzi – ha aggiunto – non vedo perché dovrebbe esserci una spaccatura insanabile”.