Continuano gli attriti all’interno del Partito Democratico. La questione della riforma del lavoro non solo non ha trovato ampi consensi all’interno del centro-sinistra italiano – e questo poteva anche essere previsto – ma, rendendo palese l’insoddisfazione di molti nei confronti dell’iter intrapreso da Matteo Renzi, rischia di ritrasformarsi nella goccia che farà traboccare il vaso, mettendo, pertanto, in discussione la stabilità dell’attuale Governo. E se l’attuale segretario del PD, rivolgendosi all’opposizione interna, dichiara che chi lo contesta casca male perché, a suo dire, avrebbe preso i voti non per rilasciare qualche intervista ai tg ma per cambiare davvero l’Italia, il suo predecessore, Pierluigi Bersani, oltre a replicare che, per via della sua storia, non può certamente essere etichettato come conservatore, aggiunge, in modo ironico e pungente, che Berlusconi e Verdini “sono trattati con educazione e rispetto, spero che prima o poi capiti anche a me”.
Ma non è il solo che invita alla riflessione, specialmente sul Jobs act, giacché a lui si accodano altri importanti esponenti del partito democratico, tra i quali Cuperlo che denuncia gli ultimatum del (non eletto) Presidente del Consiglio e, senza mezzi termini, sottolinea come “la delega sul lavoro è ancora troppo vaga. Chi fa il segretario e il premier ha il dovere di indicare il percorso”. Non possiamo accettare – prosegue – che questa discussione venga strumentalizzata per dividere il Pd tra innovatori e conservatori o per minacciare decreti”, “discutiamo di merito in Parlamento – conclude – senza fare propaganda”. Renzi, tuttavia, sino ad oggi non sembra voler sentire ragione, anzi rincara la dose: “l’Italia deve cambiare: sono anni che continuiamo a cambiare il governo ma non le cose. “Servono nuove regole semplici per gli imprenditori e in grado di garantire chi perde il posto di lavoro”. “Noi possiamo cercare – chiude – di collegare l’innovazione e il mondo del futuro alla creazione di posti di lavoro”.
In giornata, inoltre, si registrato altre posizioni critiche. Berlusconi, pur evidenziando la bontà di alcune riforme sulle quali Forza Italia è d’accordo, si dice non soddisfatto dei risultati finora raggiunti. Il Governatore della banca d’Italia, Ignazio Visco, richiamando il tema frequentemente ribadito dal Governo dell’importanza degli investimenti, osserva che gli investimenti hanno bisogno di fiducia e certezza, mentre in questo momento nel nostro Pese, c’è incertezza su una serie di questioni, incluse le riforme.