Raccontare un argomento attualissimo come l’immigrazione senza darne una lettura politica ma sviscerandone prettamente l’aspetto storico del fenomeno e collegandolo ad una vicenda personale non è cosa facile. Ma è quello che è riuscito ad Antonella Postorino, ospite dell’ International Inner Wheel di Reggio Calabria durante un incontro tutto al femminile in cui si sono stati toccati temi importanti legati all’immigrazione. Come ha tenuto più volte a ricordare l’architetto Postorino, presentata affettuosamente dalla squisita padrona di casa, la presidente dott.ssa Antonella Maria Laganà, i flussi migratori esistono sin quando l’uomo ha messo piede sulla terra, in quanto si sono sempre verificati spostamenti di esseri umani che hanno sempre cercato luoghi simili a quelli di provenienza per ambientarsi in maniera meno problematica. Una breve ma completa esposizione storica dell’emigrazione nel corso dei secoli per arrivare a primo novecento, periodo nel quale la relatrice aggancia la sua vicenda personale iniziata da una promessa fatta al padre appena tredicenne e poi alimentata dalla curiosità di conoscere la storia dei parenti emigrati negli States compresi gli eredi. Anni di studi, ricerche sul territorio ed on line hanno restituito parte della famiglia originaria creata dal nonno della dottoressa Postorino che oggi è diffusa in molti dei cinquanta stati degli USA. Proprio insieme a questi nuovi parenti ritrovati ha potuto meglio ricostruire la storia degli emigranti italiani in America, verso quello che rappresentava il nuovo continente in quel periodo ed i viaggi della speranza che si affrontavano un tempo. Le affinità con quanto accade oggi sono facili da ravvisare con delle serie e dovute precisazioni che rendono i due fenomeni simili in realtà molto diversi. La gente che arriva qui, in cerca di un futuro migliore, in realtà è spesso “condannata” a rimanere sul territorio, perché come si è più volte evidenziato gli altri paesi europei non ne accettano il transito, quindi l’Italia è costretta a sostenere l’onere prima di un mantenimento e poi di un eventuale rimpatrio, quando riesce. Persone che rimangono spesso in Italia, a Reggio in questo caso, e vanno ad alimentare il mercato del lavoro nero, quando le cose vanno bene , perché quando invece vanno male vengono immessi in giri di affari loschi (droga, prostituzione). In più c’è il reale pericolo di trasmissione di malattie da noi ormai scomparse e quindi altre spese da aggiungere che appesantiscono il nostro servizio sanitario. Ma allora perché non programmare investimenti per costruire qualcosa di buono nel loro paese? Parliamo di milioni di euro, quelli destinati all’operazione Mare Nostrum e che dovranno esserlo per la nuova operazione Frontex- Plus, azioni che si stanno rivelando molto pesanti sopratutto per la nostra città, che dall’inizio ha accolto già oltre 10.000 immigrati. Argomenti che la Postorino conosce bene in quanto volontaria della protezione civile, ha prestato assistenza ai profughi sbarcati al porto di Reggio Calabria nel mese di settembre. Il concetto che dovrebbe passare senza false ipocrisie è che: gli italiani e tra loro ancor più i meridionali, sono persone con uno spiccato senso dell’accoglienza, il problema va ricercato quindi semplicemente nell’incapacità del nostro sistema di dare un’aspettativa di vita decente a chi viene qui per cercare proprio questo. L’italia in questo preciso momento storico da un lato è meta (forse anche solo di transito) di un’immigrazione senza precedenti e dall’altro invece subisce inerme la quotidiana e crescente migrazione di intelligenze nostrane in cerca di un’occupazione in paesi al momento più accoglienti.
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About the Author: Fabrizio Pace
Fabrizio Pace è giornalista e direttore del quotidiano d’Approfondimento on line www.IlMetropolitano.it e dell’allegato magazine di tecnologia e scienza www.Youfuture.it.