Nell’ordinanza n° 53 di qualche giorno fa, esattamente del 12 settembre di quest’anno, riguardante il gioco d’azzardo, la terna commissariale ha preso in considerazione numerosi fattori e ha preso una decisione che sicuramente farà discutere e che tocca quello che è stato definito, secondo quanto è possibile leggere, un vero e proprio problema sociale. Questo, tra l’altro, era stato uno dei temi trattati in occasione dell’assemblea pubblica del 24 gennaio 2014, evento durante il quale qualcuno avevano addirittura denunziato, tra l’altro, in qualche caso il possibile e preoccupante condizionamento da parte della criminalità organizzata.
Insomma, un intervento del Comune, seppur ormai nella fase finale del commissariamento, avrebbe dovuto comunque esserci e c’è stato. L’ordinanza, come detto, farà sicuramente discutere, soprattutto perché, nell’ambito delle azioni volte, da un lato, alla “tutela della salute pubblica e del benessere sociale e collettivo”, dall’altro, “all’eliminazione o al contenimento del fenomeno legato al vizio del gioco o gioco compulsivo”, parte dal presupposto che il comune svolge un ruolo importante, soprattutto ai fini della realizzazione di un sistema di prevenzione sociale. Proprio su questa scia gli ambiti di intervento indicati all’interno dell’ordinanza – riguardanti la promozione della cultura della moderazione e dell’utilizzo consapevole, la definizione di protocolli d’intesa rivolti ad argine il fenomeno, nonché la previsioni di ulteriori interventi per limitare l’accesso al gioco in particolare nei confronti dei soggetti a rischio – determinano un ulteriore assunzione di responsabilità soprattutto da parte dei sindaci in capo ai quali sorgono diversi poteri e responsabilità. Pensiamo solo alla possibilità di introdurre limiti di orario al fine di controllare e limitare la libertà di accesso e di svolgimento di attività economiche, oppure agli eventuali divieti di esercizio delle attività ed, infine, alla possibilità di graduare la sanzione in base alla tipologia e alla gravità della violazione.
All’interno dell’ordinanza, inoltre, è stata messa in evidenza la circostanza secondo la quale, nel corso degli ultimi, il livello di gioco e gioco d’azzardo è notevolmente cresciuto, fino a raddoppiare. In quest’ottica particolarmente significativa sarà la posizione che dovrà essere assunta dalle istituzioni, soprattutto nella fase successiva all’elezione del nuovo sindaco. Nella suddetta ordinanza, infatti, si evidenzia – tra l’altro in conformità con quanto previsto dalle modifiche apportate alla norma che disciplina l’attività dei giochi in merito alla distribuzione ed utilizzo degli apparecchi da gioco, come il Decreto Balduzzi, la sentenza della Corte Costituzionale n° 300/2011 e la sentenza del Consiglio di Stato n° 2712 – che tra i compiti dell’Ente locale rientra proprio quello di vigilare, tra l’altro, anche sulla salute individuale e collettiva, oltre che su quella esclusivamente pubblica, e sul benessere dell’intera comunità locale.
In concreto e per grandi linee è questo il delicato ed importante ragionamento che ha spinto le istituzioni a prendere posizione e ad intervenire su un tema che, a prescindere dalle posizioni e convinzioni personali, necessitava quanto meno di un po’ di chiarezza da parte dell’apparato pubblico. L’ordinanza, in base a quanto previsto dalla normativa vigente, stabilisce, per tutto il territorio comunale, l’orario di apertura delle sale giochi (09:00 – 24:00), nonché l’orario massimo di funzionamento degli apparecchi collocati all’interno di determinate strutture (10:00 – 22:00) per tutti i giorni, festivi compresi. Sono, altresì, stabiliti ulteriori divieti riguardanti l’età, l’obbligo di informare in merito al rischio di dipendenza nonché quello di pubblicizzare la fascia oraria stabilita. In conclusione sono previste le sospensioni delle licenze, nonché le sanzioni pecuniarie in caso di trasgressione alla presente ordinanza e, dunque, al tipo di illecito amministrativo, la sanzione in caso di recidiva.
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