di Fabrizio Condemi – Il calcio, il suo fascino, ciò che lo rende uno sport unico è proprio quello di concepire la possibilità che in un incontro di 90 minuti il più forte può anche perdere l’intera posta in palio. La Reggina, infatti, ha dominato la scena, ha bivaccato nella metà campo peloritana per gran parte del match, ha sciupato con Insigne e Di Michele due palle gol limpide come la rugiada ma ha concesso una sponda sporca quanto ambiziosa ed efficace ad Orlando, giocatore arrivato da svincolato a Messina da neanche 5 giorni che realizza un gol di tacco da tre punti e fa gioire tutta una tifoseria che, fino ad allora, stava solo sperando di portare a casa uno 0-0 tirato. Dal punto di vista tattico il Messina, a parte una decina decina di minuti della prima frazione di gioco in cui si è fatta vedere sotto la porta amaranto, abbassa il baricentro finendo spesso con 11 giocatori dietro la linea della palla, ribattendo tutti gli attacchi dei padroni di casa, aspettando sorniona la svolta che arriva con l’ingresso nella ripresa del 40enne Corona che, svolgendo al meglio il ruolo classico di sponda, fa prima respirare la retroguardia giallorossa e poi da il là al contropiede del gol vittoria. Grassadonia ha il merito di capire che nulla poteva fare se non questo. Dalla sponda amaranto il 433 messo in campo da mr. Cozza ha delle solide basi, si nota subito che rispetto alle ultime stagioni questa squadra ha un progetto di gioco, unici appunti il rimanere incollato alle punte esterne anche in partite come questa dove forse un 442 durante la partita, con Insigne e Masini (o Viola) al centro dell’attacco, avrebbe dato più consistenza agli attacchi amaranto ma, forse, il materiale umano messogli a disposizione dal presidente Foti non consente poi così tante varianti. Peccato. Di Lorenzo terzino e Di Michele esterno offensivo di sinistra sono le uniche posizioni in cui i due giocatori soffrono e non rendono al meglio. Un’ala e un centrale che accenda il gioco servono come il pane ad una rosa che, ne siamo certi, può essere competitiva. Purtroppo il derby perso in casa brucia, quando Reggio era in serie A sia col calcio che con la sua società civile, si vinceva e si faceva retrocedere il Messina oggi in lega Pro si perde mestamente ma una scintilla si è vista e da quella dovremmo ripartire: 9537 paganti al Granillo non si vedevano da tempo, che applaudono alla fine nonostante la sconfitta non si vedevano da tempo immemore…
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