Vedere un calciatore italiano giocare all’estero era, un tempo, un evento più unico che raro: ci si andava per rivalutare un campionato in un paese lontano o per chiudere la carriera con qualche ingaggio. Nel 2014, però, l’impressione è quella che sia una necessità per chi voglia riuscire a fare “carriera” arrivando magari in Nazionale. Si può dire che tutto ebbe inizio il 15 dicembre 1995, data della sentenza Bosman (o legge Bosman). La sentenza ha proibito alle leghe calcistiche nazionali degli stati dell’Unione Europea, e all’UEFA, di porre un tetto al numero di calciatori stranieri facente parte dell’UE, in quanto discriminazione nei loro confronti. Tale tetto è però rimasto per i non aventi cittadinanza Europea. A volte, andare a giocare in campionati esteri “piccoli”, può essere anche una grande fortuna per i giocatori nostrani: è il caso del cosentino Damiano Quintieri, che passò dalle giovanili dell’Inter alla serie D con il Valle Grecanica (Melito Porto Salvo), per poi nel 2011 andare a giocare in Estonia, con il Kalju Nomme, club della massima serie, esordendo in Europa League e in Champions League. Un altro esempio calabrese è Benito Carbone, attaccante di Bagnara Calabra che, dopo un inizio di carriera promettente con il Napoli (dove aveva la maglia numero 10 che fu prima di lui di Maradona), e con l’Inter, decide di andare in Inghilterra tra le file dello Sheffield, dove avviene la sua definitiva consacrazione. Non possiamo dimenticare però Federico Macheda, giovane romano dalle origini reggine, che esordisce nel Manchester United di Cristiano Ronaldo, e che attualmente è uno dei giovani italiani più promettenti. Di lui lo stesso Ronaldo dichiarò che potrebbe addirittura superarlo in bravura. Tra i più famosi poi vi sono Totò Schillaci, che giocò in Giappone; Alessandro Del Piero, prima in Australia e adesso in India; Gianfranco Zola e Di Canio, Inghilterra; per poi finire agli ultimi Veratti, Osvaldo, Sirigu, Gilardino, Santon e Immobile. Ai club italiani, prima di fare il giro del globo alla ricerca di un giovane talento, converrebbe visionare cosa la nostra terra ha da proporre rivalutando così il nostro calcio. A tal proposito, ieri sera, 6 settembre, la Nazionale Under 21 ha battuto la Serbia U21 3 a 2 e a fine partita l’attaccante del Palermo Andrea Belotti, autore di una doppietta, ha lanciato un messaggio: “Abbiamo dimostrato che i giovani calciatori italiani ci sono e hanno voglia di mettersi in mostra… basta dargli più fiducia”.
Alessandro Sirna