E’ successo questa notte presso l’ospedale riuniti di Reggio Calabria , che dopo una chiamata al 118 per un’ anziano di 82 anni R.F. e il successivo arrivo al Pronto Soccorso, lo stesso dopo vari tentativi tramite massaggio cardiaco non dava più segni di vita e quindi prossimo alla morte, ma la fortuna di trovare un medico e un’ infermiere della “Rianimazione” ha voluto sì che lo stesso infermiere professionale nonostante da protocollo per “l’arresto cardio-circolatorio” si evince che dopo 30 minuti di tentata rianimazione tramite massaggio cardiaco non ci sia più niente da fare, il professionista ha continuato insistentemente convinto di poter salvargli la vita; infatti così è stato ed i battiti sono incominciati ad aumentare quindi subito trasportato nel reparto di Rianimazione, anche se un’ora dopo è stato necessario un’ intervento di installazione di un pacemaker (presso il reparto di Cardiologia allertato e già pronto ) per correggere il rallentamento del ritmo cardiaco. E’ importante far sapere ai cittadini che dall’inizio dell’arresto cardio-circolatorio, mediamente le probabilità di sopravvivenza diminuiscono del 7-10% ogni minuto; già dopo 9-10 minuti, in assenza di RCP (sigla di Rianimazione Cardio-Polmonare), è molto difficile se non impossibile sperare il recupero del danno anossico cerebrale definitivo (ma i primi gravi danni al cervello si riscontrano dopo già 4 minuti di mancanza di ossigeno). Oggi ho assistito ad un caso di ottima sanità reggina che comunque andranno le cose ( anche se al momento rimangono critiche ) , e sperando in un graduale miglioramento del paziente , questo comportamento ha gratificato sia i parenti dello stesso che gli operatori che hanno dimostrato grande ed umana professionalità visto anche la situazione di grande stress che quotidianamente vivono.
Il Presidente del M.A.A. Pietro Marra