Quando Renzi argomenta sul turismo in Calabria e, in particolare, su quanto sia importante incentivare i turisti nel venire a Reggio Calabria per visitare i Bronzi di Riace, è difficile non avere la sensazione di assistere ad un “déjà vu“. L’idea di favorire, tramite convenzioni, offerte e occasioni di viaggio per raggiungere lo Stretto, non si può di certo attribuire al neo Presidente del Consiglio, il quale sembra aver seguito la linea di pensiero espressa da Giuseppe Scopelliti presso la conferenza stampa alla Bit, la Borsa Internazionale del Turismo, svoltasi a Milano nel febbraio scorso. L’allora Presidente della Regione, illustrava l’accordo della durata di un anno tra la compagnia di bandiera e la Regione Calabria. Tale accordo prevedeva delle particolari tariffe scontate per i viaggiatori Alitalia che avrebbero voluto visitare il Museo Nazionale della Magna Grecia. Un’operazione di marketing strategico, quella di Scopelliti, che inseriva la personalizzazione dei Bronzi per gli aeromobili interessati.
Una pubblicità in volo e in continuo sviluppo, con promozione “Ecocoupon” su tutti i biglietti aerei che interessavano anche la tratta Reggio Calabria-Lamezia Terme. Un obiettivo basato sul turismo dello short-break – la vacanza a breve durata – dove la destagionalizzazione avrebbe dovuto incrementare i flussi sul territorio. “Dobbiamo investire sui beni culturali anche in un momento di crisi come questo. L’accordo mira a valorizzare il nostro patrimonio.
I Bronzi possono rappresentare quel percorso di crescita che ha già fatto registrare ottimi risultati in termini di presenze turistiche straniere. Ad oggi sono coinvolti gli aeroporti di Lamezia e Reggio, ma quando Alitalia tornerà su Crotone anche la città pitagorica rientrerà nell’accordo”. Così giustificava tale progetto Giuseppe Scopelliti, difendendo a spada tratta il concetto di valorizzazione del territorio anche quando l’intero mercato turistico si lascia andare alle pause stagionali. Concetto ripreso da Renzi in questi ultimi giorni che per alcuni equivarrebbe a novità, ma che – al contrario – ha tutto l’aspetto del classico compito in classe copiato al compagno di banco.