La nota diramata ieri mattina dalla Confindustria reggina lascia perplessi per l’analisi parziale caratterizzata dal qualunquismo e dalla volontà di scaricare sempre responsabilità e colpe su altri. Certo, la politica, anche quella locale, deve assumersi le proprie responsabilità favorendo, attraverso politiche adeguate, la capacità di fare impresa; ma davvero i vertici delle associazioni industriali si sentono privi di responsabilità della situazione sociale ed economica nella quale è precipitata Reggio? Veramente le imprese non si sentono responsabili per il basso tasso di innovazione e l’alto tasso di disoccupazione sul territorio? Verrebbe anche da chiedere sempre ai vertici delle associazioni industriali reggine dove sono stati in questi anni? Perchè non hanno mostrato la stessa solerzia che hanno avuto nel bocciare i candidati a sindaco nel denunciare lo scempio messo in atto dalle precedenti amministrazioni di centrodestra? E viene anche da chiedersi se realmente hanno letto il progetto di città, il programma del candidato Sindaco Giuseppe Falcomatà. Quando in un programma di governo di una città si parla di nitidezza dell’azione amministrativa, lotta alla corruzione e trasparenza nella gestione degli appalti lo si fa per favorire la possibilità di fare impresa. E quando in un programma c’è anche scritto di sfruttare al meglio le potenzialità naturali e culturali che la città ha, vuol dire creare le condizioni necessarie per favorire lo sviluppo di un modo nuovo di fare impresa. Ed infine quando si parla di smart city, recupero delle aree dell’ex fiera e creazione di una zona franca urbana per attrarre nuove imprese grazie ad una defiscalizzazione, lo si fa per creare quelle infrastrutture necessarie per rispondere alle esigenze delle imprese. Il programma per la città di Giuseppe Falcomatà dice tutto questo e propone una serie di interventi per imprimere una svolta anche sul versante economico, produttivo e sociale a Reggio Calabria. Anche le imprese, però, facciano la loro parte.
