Si parla tanto di rilanciare l’economia regionale che vive una fase di recessione (come del resto quella di tutto il paese) e poi le idee valide rimango spesso nel cassetto dopo essere state trasformate in progetti concreti costati anni ed anni di studi e sacrifici. E’ questo il caso (uno dei tanti) dell’intonaco al bergamotto, geniale riscoperta di Antonella Postorino. L’eclettica ricercatrice ed architetta reggina, dopo uno studio durato circa 10 anni a fianco del prof. Eduardo Mollica, nel laboratorio di ricerca dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria (finanziato fin dal 2000 con fondi regionale dal Dipartimento Attività Produttive) ha creato un prodotto che si inserisce a pieno titolo nel business della green economy italiana. La produzione dell’intonaco al bergamotto potrebbe rilanciare la nostra industria producendo sviluppo e posti di lavoro. Si userebbe il “pastazzo” del pregiato agrume calabrese (scarto che ha un valore di mercato bassissimo perché destinato alla discarica oppure, all’utilizzo in agricoltura, per la produzione di alimenti per il bestiame o concimi per la terra) che rientrerebbe nel ciclo economico per essere quindi impiegato nell’edilizia. Si innescherebbe un meccanismo virtuoso che fornirebbe un prodotto estremamente valido e competitivo.
Le caratteristiche principali dell’intonaco al bergamotto, oltre il piacevole profumo e il colore cangiante, devono ravvisarsi nella elevata capacità antifunginea e antibatterica rilevata da approfondite ricerche successive. L’utilizzo del “pastazzo” impastato e cotto con i normali “ingredienti ” locali, che si usano per gli intonaci darebbe la possibilità di riutilizzare cave calcaree dismesse e anche altri materiali costruttivi tradizionali si potrebbero ricollocare sul mercato favorendo il rilancio economico della Calabria in un’ottica moderna che vuole favorire l’economia sostenibile e green. Appare inspiegabile il motivo per il quale ancora questo prodotto non sia mai entrato in produzione, probabilmente anche qui le colpe vanno divise tra la macchinosa burocrazia e la paura degli imprenditori calabresi di investire in qualcosa di innovativo. Paura che non manca invece in altre parti d’Italia in quanto l’architetto Postorino riceve continue proposte volte all’acquisizione della formula per la produzione in grande scala.
Il naturale utilizzo dell’intonaco al bergamotto sembrerebbe rivolto al recupero edilizio dei borghi antichi (come per esempio Palizzi, San Lorenzo o Roghudi, per citarne alcuni dell’area reggina), da studi di settore è emerso che utilizzandolo su circa 1500 edifici storici calabresi, potrebbe garantire risparmi sui costi a carico degli enti locali superiori al 30% rispetto ai metodi attualmente in uso. Riassumendo: un prodotto della terra calabrese creato con elementi strettamente indigeni che potrebbe rilanciare l’economia edilizia e creare lavoro in un terra oppressa dalla disoccupazione cronica e c’è da domandarsi : “Cosa stanno aspettando?!”