Venerdì 5 a Castelfranco Veneto la fiaccolata “Stop alla tratta, libera la vita”, contro il fenomeno della prostituzione
«La prostituzione non è una ricchezza da inserire nel PIL ma un grave danno per il nostro Paese sul piano economico e sociale». Lo ha dichiarato Giovanni Ramonda, responsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII annunciando stamattina che l’associazione ha organizzato per Venerdì 5 settembre, a Castelfranco Veneto, la fiaccolata “Stop alla tratta, libera la vita” per sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sul dramma della tratta e dello sfruttamento di esseri umani ai fini di prostituzione.
«Tra gli impegni annunciati dal Governo Renzi appena insediato c’era anche quello di emanare entro tre mesi un Piano antitratta con misure che “scoraggino o riducano la domanda fonte di tutte le forme di sfruttamento”, come previsto nella Direttiva europea n.36 del 2011 – prosegue Ramonda –. I tre mesi sono passati ma il Piano non è stato ancora varato. Nelle misure per sbloccare l’Italia chiediamo a Renzi di inserire anche questa emergenza che non può più aspettare».
«Oggi i clienti delle prostitute sono i principali finanziatori del racket – prosegue Ramonda – che poi reinveste il ricavato in altre attività illecite come droga e traffico di esseri umani. Le sanzioni ai clienti, applicate in maniera sistematica, dovrebbero invece finanziare azioni di contrasto efficaci contro il racket e misure per liberare le vittime di tratta e prostituzione, aiutandole a ricostruire un percorso di vita dignitoso e nella legalità. Un circuito virtuoso che potrebbe portare in breve tempo ad azzerare o almeno ridurre ai minimi termini questa piaga sociale, così come dimostrano le esperienze messe in atto in alcuni territori. Sarebbe dunque un intervento a costo zero per lo Stato, con grandi benefici sul piano sociale e nella lotta alla criminalità».
La fiaccolata di Castelfranco Veneto partirà alle ore 21 di Venerdì 5 settembre da Piazza Europa Unita, e si concluderà nel Duomo, dopo aver percorso una delle strade in cui le Unità di strada dell’associazione incontrano le vittime della prostituzione. Prevista la testimonianza di una ragazza liberata dalla prostituzione schiavizzata e dei volontari delle quattro Unità di strada della Comunità Papa Giovanni XXIII che operano in varie città del Veneto, dove il fenomeno sta assumendo caratteristiche preoccupanti. «Le nostre Uds incontrano anche minorenni e donne in stato di gravidanza fino al settimo mese, elemento che aggrava il fenomeno – spiega Irene Ciambezi, coordinatrice degli interventi antitratta dalla Giovanni XXIII nel Veneto e autrice del libro “Quello che gli occhi non vedono” –. Negli ultimi mesi inoltre si sono moltiplicati gli episodi di violenza legati a bande di albanesi che in diverse zone d’Italia hanno ripreso in mano il controllo delle strade e l’avvio alla prostituzione di donne albanesi».