Che piaccia oppure no, la risposta a chi brancolava nel buio di una mancata data delle elezioni per il Comune di Reggio è arrivata: il 26 ottobre tutti alle urne. Annuncio fatto e formalizzato anche dal Ministero dell’Interno, che divide quelli che concorreranno per la guida di Palazzo san Giorgio, se da una certa parte della politica reggina si puntava al 16 novembre, data di mezzo del periodo in cui sono previste le elezioni per il rinnovo dei comuni sciolti per mafia, e sicuramente più tardiva rispetto al 26 ottobre che adesso sembra talmente imminente da rischiare di cogliere alla sprovvista qualche “maratoneta”, ma c’è anche chi del commissariamento ne ha piene le tasche e al voto voleva andarci il prima possibile per liberare la città dai giochi di potere che l’hanno ridotta in questo stato, per restituirla alla democrazia. La candidatura di Giuseppe Falcomatà era nota già da tempo, l’ex capogruppo del Pd non si è mai nascosto in questi mesi, leggittimato anche dalle primarie interne da lui vinte per poco e che hanno sollevato non poche polemiche e attriti interni, arriva invece in questi giorni l’ufficialità della candidatura per Forza Italia di Lucio Dattola, attuale presidente di Unioncamere per la Calabria, e che ha raccolto il consenso di buona parte del centro-destra. Due profili che stanno all’opposto, non solo in fazioni, ma anche in caratteristiche, non ci si scordi però che fra il “nuovo” che tenta di avanzare e l’esperienza di chi da anni lavora a stretto contatto con il mondo giovanile, in ballo c’è molto di più di una fascia tricolore da sfoggiare e nastri da tagliare, chi vincerà andrà a guidare una città che vuole e deve rialzarsi da due anni di commissariamento che l’hanno vista usurpata e martoriata, che presto dovrà rimettersi in piedi, e sapersi destreggiare fra un piano di riequilibrio decennale e lo status di Città Metropolitana.
