La Tasi, la nuova imposta comunale istituita dalla legge di stabilità 2014, rischia di essere una vera e propria mannaia. A rivelarlo è un’indagine condotta dalla Federconsumatori secondo cui la tassa sui Servizi Indivisibili nei fatti è come se fosse un’Imu-bis, che costerà alle famiglie in media 231 euro annui (se l’aliquota di riferimento sarà fissata al 2,5 per mille). Se, da un lato, ancora non è stata fatta chiarezza in merito a diversi aspetti, come << le aliquote differenti da comune a comune, scadenze diverse a seconda dei tempi entro cui il comune di residenza delibera, detrazioni estremamente diversificate, ma comunque di molto inferiori a quelle disposte per l’IMU >>, dall’altro, come si legge ancora sul sito della Federazione nazionale che raggruppa consumatori e utenti, << il vero problema, quello di cui nessuno parla, che rende davvero insopportabile ed insostenibile la Tasi è il fatto che circa 5 milioni di famiglie hanno pagato e pagheranno ciò che prima, grazie alle detrazioni sull’Imu, non pagavano >>. Quello che è chiaro è che le conseguenze che tale imposta provocherà sui bilanci familiari saranno molto preoccupanti. Nello specifico si può dire che pacheranno di più, rispetto all’Imu, circa 5 milioni di famiglie. Metà di queste famiglie beneficeranno di una detrazione minima, pagando, in tal mondo, dagli zero euro precedenti a una media di 118 euro. L’altra metà non beneficerà di nessuna detrazione, passando, pertanto, da zero a 183 euro.