LETTERA APERTA A PAPA FRANCESCO
Caro Papa Francesco,
siamo i volontari di Operazione Colomba, il Corpo Nonviolento di Pace della Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da don Oreste Benzi, che opera da 22 anni in zone di conflitto armato.
La ringraziamo per le Sue parole sulla pace, forti e franche, pronunciate durante il volo di rientro dalla Corea del Sud. Le scriviamo per comunicare la nostra speranza che Lei possa andare in Kurdistan e per offrirLe la nostra disponibilità ad accompagnarLa, come Corpo Nonviolento di Pace, in questa missione.
E’ vero: viviamo la terza guerra mondiale, le conseguenze della violenza sono sempre più atroci, crudeli e insostenibili per la popolazione civile. Bisogna fermare gli aggressori. La famiglia umana deve trovare nelle Nazioni Unite risposte che non provochino ulteriore violenze a danno delle popolazioni inermi. Bisogna fermare l’uso delle armi, la loro produzione e il loro commercio. Gesù ha mostrato con la sua vita la via, ripresa poi da San Francesco a Damietta, in occasione dell’incontro con il Sultano Malek al-Kâmel, per entrare nei conflitti: disarmati, con parole e azioni che abbassino la violenza, aprano al dialogo e aiutino a maturare soluzioni di pace. I cristiani e tutti gli uomini di buona volontà possono senza armi entrare nelle guerre, l’amore può diventare una forza più estrema della violenza, la guerra come strumento per affrontare le controversie può e deve uscire dalla storia degli uomini.
Nell’ultimo secolo in tante occasioni l’umanità ha sperimentato che la nonviolenza è stata una strada efficace per costruire percorsi di resistenza all’aggressore durante il conflitto e di riconciliazione dopo il conflitto.
Dal Concilio Vaticano II il Magistero della nonviolenza si è continuamente arricchito, grazie alle forti e chiari parole dei suoi illustri predecessori. Ad esempio, nell’Enciclica Evangelium Vitae, San Giovanni Paolo II legge tra i segni di speranza “la crescita, in molti strati dell’opinione pubblica, di una nuova sensibilità sempre più contraria alla guerra come strumento di soluzione dei conflitti tra i popoli e sempre più orientata alla ricerca di strumenti efficaci ma “nonviolenti” per bloccare l’aggressore armato” (enciclica “Evangelium vitae”, n. 27, 1995).
A dispetto di tutto la nonviolenza è la via maestra, lungimirante, possibile per ogni pace.
Come dice Gandhi: “La verità è la nonviolenza. Questa forza spirituale risiede in tutti gli uomini, donne e bambini. In alcuni è assopita, ma può essere risvegliata con un’adeguata educazione. Senza il riconoscimento di questa verità e il dovuto sforzo per realizzarla, non vi è scampo all’autodistruzione”.
Su questa strada va, quindi, potenziata la ricerca e lo studio delle esperienze. E’ in questa direzione che la comunità internazionale deve muovere dei passi. La Chiesa può favorire questa ricerca.
Come Operazione Colomba abbiamo l’onore e il privilegio di supportare in Cisgiordania, con i nostri volontari presenti sul posto stabilmente da 10 anni, la lotta nonviolenta dei palestinesi delle Colline a Sud di Hebron assieme al loro leader Hafez Huraini, sostenuto anche dagli israeliani che credono nella forza della nonviolenza; in Colombia di supportare la lotta di resistenza della Comunità di Pace di San José di Apartadò; in Albania siamo coinvolti in percorsi di riconciliazione con le famiglie in “vendetta di sangue”; in Libano viviamo nei campi profughi insieme ai profughi siriani.
La Sua ansia di riconciliazione e di pace la ritroviamo tutta nel nostro cuore e vorremmo costruirla con modalità e stile nonviolenti.
Se possiamo parteciparLe il nostro stato d’animo, sarebbe un segnale veramente forte se Lei andasse in Kurdistan, anche per un periodo breve, accanto a questa popolazione tanto martoriata.
Noi fin da ora, se può essere utile, ci rendiamo disponibili ad accompagnarLa.
Monica, Daniele, Marco, Silvia, Agnese, Corrado, Marco, Laura, Alberto, Giulia, Sara, Alessandro, Teresa, Clara, Sara,
Francesca, Andrea, Silvana, Gennaro, Guido.
Antonio De Filippis, Animatore generale di Operazione Colomba
Giovanni Ramonda, Responsabile Generale della Comunità Papa Giovanni XXIII