Il reato di accattonaggio nel codice penale è stato abrogato con una sentenza della Corte costituzionale nel 1995, ma quello dell’accattonaggio organizzato è un problema che anche di recente è stato sollevato. Sono infatti scoppiate delle polemiche a Catania per il cartello affisso all’ingresso di un supermercato in cui si legge: “Non fate l’elemosina agli zingari davanti alla porta. Guadagnano dai 60 agli 80 euro al giorno, più di un operaio specializzato italiano”. Sarebbe dunque questo “l’invito della direzione” riportato su un cartello esposto davanti al supermarket catanese, che “ringrazia i clienti per la collaborazione”.
La direzione del supermercato, sito nei pressi di via Etnea, ha deciso di affiggere sulla vetrina questo cartello per invitare i propri clienti a non fare l’elemosina ai mendicati rom che vi stazionano davanti. Una decisione questa che sta suscitando un serrato dibattito tra le esigenze di solidarietà e quelle altrettanto importanti della sicurezza e del pubblico decoro. Da circa tre anni infatti una famiglia rom staziona davanti all’ingresso del supermercato di Piazza Cavour, in centro città, e secondo la direzione del supermercato, da tre anni la famiglia è “stanziale” ed “allontana i clienti indispettiti dall’insistenza”, fanno “i nostri stessi orari di lavoro”, dicono i dipendenti e quando “vanno in ferie mandano dei parenti a sostituirli minacciando chi si avvicina per mendicare”. La vicenda è riportata dal quotidiano “La Sicilia” e sulla cifra incassata giornalmente dagli zingari, da 60 a 80 euro, dal supermercato si dicono “certi” perché, spiegano, “a fine giornata vengono alle casse per chiedere di cambiare le monete con banconote”, al fine di allegerirsi del peso incombente di un guadagno in nero senza aver fatto alcun tipo di fatica per ottenerlo. La direzione del negozio si difende infatti asserendo: “Non siamo razzisti, vogliamo soltanto tutelarci: anche clienti che abitano qui vicino non vengono per evitare di subire la pressante richiesta di elemosina. Alcuni prendono le buste della spesa dei clienti e li accompagnano fino alle auto.
La nostra iniziativa vuole essere uno stimolo a pensare e speriamo che chi può adesso agisca nel fare rispettare le leggi”, conclude la direzione del supermercato ribadendo anche: “Abbiamo chiesto l’aiuto delle forze dell’ordine ma ci dicono che è un problema dei servizi sociali del Comune”. Un problema quello dell’accattonaggio selvaggio che molte città non si ostinano ancora a prendere seriamente in considerazione e che potrebbe seriamente degenerare, danneggiando non soltanto l’immagine di stupendi centri storici, bensì anche la microeconomia delle attività commerciali che loro malgrado sono costrette a difendersi per cercare di mantenere almeno quella clientela fissa, spesso bersaglio di continue insistenze a cui pochi sanno resistere, poiché nessuno impedisce di fare opere caritatevoli, ma andrebbero corrette le modalità insistenti ed i luoghi inopportuni in cui le richieste vengono porte, evitando di trasformare l’accattonaggio in un mestiere a tempo pieno. Sarebbe necessario dunque sostenere una battaglia delle amministrazioni contro l’accattonaggio organizzato ed i cosiddetti “professionisti dell’elemosina”, prevedendo delle misure preventive che si aggiungano a quelle già previste dalla legge, le quali già colpiscono chi sfrutta a scopo di accattonaggio ed hanno come obiettivo anche quello di combattere il racket che controlla il mercato dell’elemosina.