La Segreteria Regionale della Fiamma Tricolore non intende assistere oltre impotente a quella che si appalesa ormai chiaramente come la distruzione della Sanità pubblica nella nostra regione. Certamente giusto e corretto è riorganizzare, soprattutto organicamente, un settore che è sempre stato il maggior serbatoio di clientela per politicanti senza scrupoli; altrettanto giusto e corretto era chiudere o riconvertire in strutture di primo intervento o Pronto soccorso ospedali che vedevano un maggior numero di dipendenti che di ammalati ricoverati in un anno; ma da noi, come al solito, si è passati da un eccesso all’altro.
I tagli alla sanità, effettuati spesso in maniera “lineare” e non in modo razionale e ponderato, hanno certamente accentuato i problemi della Sanità calabrese, e soprattutto quello dei malati: carenza di posti letto nelle strutture più specialistiche e specializzate; riforme e ristrutturazioni spesso peggiori dell’esistente; invadenza della politica con annesse carenze di professionalità soprattutto nei management; intestine lotte di campanile che ne minano ogni speranza di rilancio e che, soprattutto, minano la necessità dei calabresi di chiudere la stagione dei “viaggi della speranza”.
Oggi sono in crisi irreversibile strutture come, purtroppo solo a titolo di esempio non certamente esaustivo, la Fondazione Campanella, eccellenza conclamata soprattutto nel campo delle cure Oncologiche, che registrano nel solo 2012 un saldo di ben 49 milioni di €uro quali rimborsi della Regione Calabria alle strutture di altre regioni, senza contare le maggiori spese sostenute dalle famiglie degli ammalati per accompagnare ed essere accanto ai congiunti in questo calvario tristemente noto come “viaggi della speranza”, da oggi destinati inevitabilmente ad aumentare ed anche di molto e di cui restano incalcolati i costi sociali ed umani.
Ed ancora dobbiamo registrare file per la prenotazione di esami, anche riferiti a patologie gravi, lunghissime e spesso oltre i tempi di sviluppo della malattia o addirittura dell’aspettativa di vita; carenze di organico nel personale medico e paramedico che rischiano di inficiare il diritto costituzionale alla Salute; l’utilizzo del personale “residuo” in turni massacranti che ne minano anche la giusta concentrazione e la stessa salute; Pronto Soccorsi dove attendere per ore, ci sono testimonianze che arrivano a 16/18, già inaccettabili per i codici bianchi, figuriamoci per casi più gravi; ricoveri in corridoio, in condizioni igieniche che definiamo precarie solo per amor di patria, che durano giorni ed anche in reparti con pazienti con patologie particolarmente bisognose di igiene e tranquillità; addirittura problemi che riguardano direttamente i reparti pediatrici, che quindi mettono in pericolo la salute dei nostri figli.
Chiudere o ridurre i posti-letto in reparti che poi devono ricoverare gli ammalati sulle barelle nei corridoi; non approntare Pronto Soccorso in grado di smaltire in tempi “umanamente sopportabili” il flusso di pazienti; non prevedere la presenza continua di personale medico nelle Guardie Mediche; non permettere che i calabresi possano curarsi adeguatamente in Calabria è criminale, configurandosi in ciò un attentato alla integrità fisica di migliaia di persone ed un attentato alla stessa Costituzione Italiana, per come già espressoci, e quanti di questi reati si stanno macchiando andrebbero come criminali perseguiti, altro che essere rieletti o avere l’alibi di assurde imposizioni di questo “palazzo di ghiaccio”, dove agiscono i poteri europei, che detta ormai legge su ogni atto di una vita che non è più “nostra”.
Corre però l’obbligo di esprimere tutta la nostra solidarietà e vicinanza, oltre che ai Calabresi costretti a combattere una impari lotta contro questo sistema assolutamente inumano, alle qualificate e professionali maestranze presenti in quei presidi di salute che si richiamavano sopra e che sono spesso loro stesse vittime di un sistema che certamente và riformato.
Portavoce Segreteria Regionale MSI FT
Natale Giaimo