Art. 18 fra riforme e tensioni

“Chiediamo che sull’articolo 18 si prendano decisioni rapide e speriamo di riuscire a convincere tutti i partner della coalizione e di governo a far sì che nel Consiglio dei ministri di fine agosto si possa realizzare questo storico obiettivo. Il muro dei sindacati finora ha retto, ma nell’ultimo decennio la disoccupazione è aumentata e in alcune aree del Sud quella giovanile ha superato il 50%. Invece di sperare in vecchie ricette e totem che hanno fallito, proviamone di nuove, sperando che possano funzionare.” Con questa dichiarazione l’asse del governo pare cerchi di spostarsi verso destra, o meglio sembra che la dichiarazione del ministro degli Interni Angelino Alfano, appoggiata pienamente dal Ministro Lupi con la dichiarazione : “Il governo non è un monocolore Pd”, trovi consensi anche in FI. L’ex ministro Brunetta proporrebbe, infatti, una “moratoria” e in contemporanea lancia un : “Per capirci, la sospensione di tre anni per tutti i neo-assunti; Mentre l’autunno rischia di essere un “Vietnam” per Renzi e il suo partito, per il centrodestra, paradossalmente, potrebbe diventare l’occasione per la rinascita. Ritrovando l’unità, con la guida di Berlusconi e di Forza Italia”; e Gasparri rincara la dose commentando: “Se Renzi non vuole abolirlo esca allo scoperto e dica con chiarezza che non vuole dare alcun impulso al mercato del lavoro”.
Previsioni veritiere o meno dal PD all’unisono si levano le voci del vicesegretario Pd Lorenzo Guerini, del presidente della Commissione Lavoro, Cesare Damiano, per il quale la proposta è «una litania ridicola», e del responsabile economico del partito, Stefano Fassina; anche se dall’interno dell’esecutivo, il sottosegretario agli Esteri, Benedetto Della Vedova, ricorda che : “mi batto per l’abolizione dell’articolo 18 da quasi vent’anni, prima con i referendum radicali, poi con diverse proposte di legge” e lanciando l’Hashtag #lavoltabuona ?, “si deve cambiare in meglio il mercato del lavoro e superare l’articolo 18, dopo quasi cinquant’anni di non brillanti risultati”. E sempre su Twitter il premier rilancia : “Domani Expo. Poi Napoli (Città della scienza, Bagnoli), Reggio Calabria, la Sicilia. E intanto qui si lavora allo Sblocca Italia”, anche queste solo parole e “slogan” come ci ha abituati, oppure vorranno veramente sbloccare l’Italia? Perché non dimentichiamo, come già ricordato in altri articoli, il PIL è negativo, e la stessa UE tramite un suo portavoce in merito ad un’intervista rilasciata dal premier al Finantial Time : “ E’ con le riforme strutturali, efficacemente attuate, che si creano le condizioni per crescita e occupazione in Italia”, come detto nelle “raccomandazioni” verso cui “l’Italia si è già impegnata”. Ma “l’attuazione delle riforme è questione che riguarda lo Stato”, Suggerimenti che non sembrano piacere nei modi al premier, infatti nell’intervista ricorda : “Sulle riforme decido io, non la Troika, non la Bce, non la Commissione Europea; Porteremo l’Italia fuori dalla crisi: l’Italia ha un grande futuro, le finanze italiane sono sotto controllo e continueremo a ridurre le tasse. Faremo cose rivoluzionarie”, dichiarazioni in linea col suo modo di fare ma che per ora non sembrano aver trovato riscontro perché in continuo “scontro” con la dura realtà del parlamento e soprattutto delle tensioni interne al suo partito e dei suoi alleati che “volenti o nolenti” saltano fuori ogni volta che c’è da appoggiare o meno l’esecutivo…
E quindi la famosa “nuova riforma mensile” e sempre ferma alla partenza….

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About the Author: Carlo Viscardi