Una ricerca condotta dall’associazione ‘American Academy of Facial Plastic and Reconstructive Surgery’ ha preso in esame gli interventi di 2700 chirurghi plastici da cui si è evinto che il 30% dei ritocchi richiesti dai pazienti era del tutto superfluo. A portarne testimonianza è Roberto Calabria, celebre chirurgo che lavora fra Milano, Roma e Hollywood, che punta il dito, a nome di tutta l’Associazione americana di chirurgia plastica, sui social network, ed in maniera particolare su instagram, utilizzatissimo dalle star e dagli utenti di qualsiasi fascia d’età che posseggano uno smartphone. Un chirurgo su tre ha visto infatti l’aumento delle richieste di interventi da parte di pazienti insoddisfatti della propria immagine sui social media e che desiderano ricorrere a rinoplastica (+10%), trapianto di capelli (+7%) e lifting delle palpebre (+6%), incrementando cosi del 10% i ritocchi a piccole zone del volto, anche se, in realtà, il 30% di questi non è per nulla necessario. A voler ricorrere alla chirurgia non sono solo giovanissimi, ma anche e soprattutto coloro che appartengono alla fascia d’età che va dai 60 ai 40 anni e che, probabilmente, si accorgono del proprio invecchiamento “specchiandosi” sui social attraverso i tanto amati selfie. Una responsabilità, quella dei chirurghi, che si ritrovano a dover avallare o meno le richieste, talvolta assurde, dei propri clienti, e cosi fra un lifting, un naso nuovo ed una gluteoplastica, cresciuta del 16%, il timore più grande è rivolto agli adolescenti, maggiori fruitori di social media.
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