«E’ stata una battaglia dura, cominciata già nei giorni scorsi davanti le varie sedi Inps della regione, ma alla fine abbiamo fatto un primo importante passo in avanti: la Regione Calabria ha firmato il decreto per il pagamento di due mensilità 2013 relative ai lavoratori in mobilità in deroga». Lo afferma il segretario generale della Uil Temp Calabria, Gianvincenzo Benito Petrassi, dopo la manifestazione cominciata questa mattina davanti le sedi Inps di Cosenza, Crotone e Reggio Calabria, e terminata solo nel tardo pomeriggio dopo la firma dell’assessore al Lavoro dei decreti di pagamento. «E’ un risultato importante per i lavoratori che attendono da molti mesi quel che gli spetta, ma è ovvio che la nostra lotta non può finire qui. Siamo alle solite – prosegue il segretario – per vedere riconosciuto un diritto sacrosanto è necessario protestare – anche per più giorni – far intervenire il prefetto e far convocare un incontro con le istituzioni coinvolte (in questo caso Regione Calabria, ministero del Welfare e Inps). E chi ci rimette sono solo, oltre che i lavoratoti interessati, anche i cittadini a causa dei disagi che si creano». Come già spiegato la protesta di oggi è la prosecuzione delle manifestazioni già avviate nei giorni scorsi da Cgil, Cisl e Uil per il pagamento delle mensilità arretrate. La situazione è sembrata arenarsi quando, secondo alcune voci, il ministero del Welfare avrebbe preteso la compartecipazione della Regione per il pagamento di queste spettanze. Anche il prefetto di Catanzaro è intervenuto per smuovere la situazione (importante anche il contributo di un gruppo di parlamentari calabresi esoprattutto l’intervento delsegretario nazionale confederale Uil, Guglielmo Loy) arrivando così all’annuncio dell’assessore al Lavoro della Regione.
«Quello di oggi è stato solo un primo risultato – continua Petrassi -, i nostri obiettivi in vista di settembre sono la chiusura dell’anno 2013 (per il pagamento dei lavoratori in mobilità e cassa integrazione in deroga) e il prosieguo anche per il 2014. Ma ciò che ci sta davvero a cuore è il ricollocamento di questi lavoratori. Non vogliamo assistenzialismo. E’ arrivato il momento di pensare a investimenti e a politiche attive in grado di far ripartire il lavoro. Per chi il lavoro lo ha perso e chi non lo ha mai avuto».