Mentre gli esperti dell’Oms a Ginevra stanno valutando se adottare misure straordinarie contro la diffusione del tremendo virus dell’ebola, si registrano intanto il primo morto in Arabia Saudita e il secondo in Nigeria, ma soprattutto fa oggi clamore la notizia che sembrava inevitabile dare da qui a poco e cioè del primo contagiato europeo, il missionario spagnolo di 75 anni Miguel Pajares, che ha contratto il virus in Liberia. La presidente della Liberia Ellen Sirleaf Johnson ha decretato lo stato di emergenza per l’epidemia di Ebola che ha colpito il Paese, definendo il virus e le sue ramificazioni un pericolo chiaro e immediato per la sicurezzadella Repubblica. L’ultimo bollettino dell’Organizzazione Mondiale della Sanità parla di 932 morti per il virus mentre sono 1.711 i casi accertati in quattro Paesi africani, Guinea, Liberia, Sierra Leone e Nigeria e le propagandate misure di prevenzione non stanno dando i risultati sperati, facendo solamente sperare nell’arrivo dei trattamenti sperimentali, di cui l’agenzia valuterà l’uso dalla prossima settimana. Madrid intanto ha inviato un aereo militare, con un team medico, per il rimpatrio del missionario 75enne che ha contratto il virus dell’ebola in Liberia, come ha annunciato il ministero della Difesa spagnolo che spiega per bocca del responsabile della Sanità Vineusa che il missionario Miguel Pajares, verrà condotto in un ospedale pronto a ospitare questo tipo di patologie per garantirne la sicurezza. Dopo gli Usa quindi anche la Spagna rimpatria un suo cittadino colpito dal virus: questo sarebbe così il primo caso di un malato di ebola che arriva in Europa e che fa temere per tutti i paesi dell’intera comunità europea, compresa l’Italia che non è immune dal contagio e che rischia molto tutti i giorni ad ogni nuovo sbarco di immigrati sulle proprie coste, frontiera accogliente ma anche pericolosamente portatrice di patologie vecchie e nuove difficili da debellare.