“Sogni e Bisogni” di Vincenzo Salemme

Nella tradizione teatrale napoletana c’è sempre, alla base della commedia, una metafora in chiave ironica di un concetto molto più profondo che – come nella morale delle favole – lascia al pubblico un forte messaggio sociale. Era questo il teatro del grande Eduardo, maestro di un giovane Vincenzo Salemme dalla forte voglia di imparare il “mestiere”. Così, quel ragazzetto gracilino tutto uocch’ e capill’ ha iniziato a scrivere soggetti teatrali, a farne delle opere complete, a portarle in scena prima sul palco e poi in tv.

Per poi giungere sul grande schermo con la trasposizione cinematografica delle opere già note al pubblico teatrale. Questo è Vincenzo Salemme oggi. Mentre si attende la versione filmica di “E Fuori Nevica”, prima commedia dal grande successo di critica nel 1995,  un’altra opera scritta quell’anno, “Io e Lui”, è in cartellone nella stagione teatrale in corso, e dal nuovo titolo: “Sogni e bisogni”.

Un’opera “sferzante” (chest’è a parola doc! – come diceva Carlo Buccirrosso a Salemme ne “L’amico del cuore”, 1998), che va dal reale all’assurdo, passando dal sogno all’amara verità di una società contemporanea legata da elastici invisibili alle responsabilità della vita. Un’analisi antropologica che arriva da una situazione grottesca, buffa se vogliamo, dove Rocco (Salemme) si vede rimproverato dal proprio “tronchetto della felicità”.

Minacciato da un “lui”, simpaticamente definito come “l’inquilino del piano di sotto”, Rocco deve fare i conti con il bisogno di dover tornare a sognare, a desiderare qualcosa che lo faccia sentire ancora vivo. Un taglio definitivo con la vita tranquilla che lo ha intrappolato nella solitudine di un condominio svuotato per via delle vacanze d’agosto. Una linea narrativa che viaggia da sè sui binari di un rapporto intimo tra Rocco e l’artefice dei suoi “problemi”.

Questa, però, non è altro che la prima scatola cinese in cui è racchiusa la principale parte della trama. Una commedia che ha reso lo spettatore del Catona Teatro di Reggio Calabria, più consapevole dei vari aspetti della libertà e delle responsabilità che ci legano alle relazioni contemporanee dove, come nelle scatole cinesi (un concetto molto caro ai protagonisti), le azioni compiute si ripercuotono in serie.

Ilenia Borgia

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