Argomenti come gli stipendi dei parlamentari, lo squilibrio tra guadagni dei manager e guadagni dei loro dipendenti, i tagli agli stipendi sia nel pubblico che nel privato, nonché la violazione in generale dei diritti dei lavoratori sono all’ordine del giorno. Ma c’è un’altra importante questione che meriterebbe una riflessione maggiore rispetto a quella che realmente le viene dedicata. Parliamo delle pensioni delle donne. Affrontando questo annoso problema, perché di problema si tratta, sono diverse le informazioni sgradevoli di cui si viene a conoscenza. Innanzitutto è bene chiarire subito che, secondo un’indagine condotta dall’Istat, le pensioni delle donne sono più basse del 40% rispetto a quelle degli uomini, ulteriore grave differenza che va ad aggiungersi a quella relativa allo sbilanciamento della retribuzione. Si consideri, inoltre, che dei circa 16,6 milioni di lavoratori in pensione più della metà, ovvero il 52,9% (8,8 milioni), sono donne, mentre il 47,1% è composto da uomini.
Nonostante ciò alle donne va complessivamente solo il 44% dei 271 miliardi di euro erogati in trattamenti pensionistici. A ciò si aggiunga un ulteriore mortificazione per il mondo del lavoro femminile, dato dal fatto che una donna su due, ovvero il 52 %, non arriva a mille euro al mese. Per cui, se da un lato risulta che il 52, 9% dei beneficiari è composto da donne, dall’altro si ha che agli uomini va il 56% della spesa.
L’Istituto Nazionale di Statistica, ha inoltre, rivelato che il numero di trattamenti percepiti dalle donne è mediamente superiore a quello degli uomini, di conseguenza il divario economico di genere si riduce al 42,9%, se calcolato sul reddito pensionistico (pari a 19.395 euro per gli uomini e a 13.569 per le donne). Tra il 2002 e il 2008, quindi nell’arco di circa sette anni, la forbice reddituale tra pensionati e pensionate è aumentata di 2,1 punti percentuali (4,4 punti con riferimento agli importi medi delle singole prestazioni); a partire dal 2008 si è osservata una progressiva riduzione che tuttavia ha mantenuto i livelli di disuguaglianza superiori a quelli del 2004.
A quanto detto vanno aggiunti altri due dati piuttosto sensibili. Il primo è costituito dalla circostanza in base alla quale nell’anno 2012 l’importo medio annuo delle pensioni delle donne è stato pari a 8.965 euro, più basso, dunque, di quello degli uomini che si attesta sui 14.728 euro. Il secondo, invece, è dato dal fatto che il numero di uomini,178 mila, con un reddito pensionistico mensile pari o superiore a 5.000 euro è cinque volte quello delle donne, 33 mila.