Il 23 Novembre del 2013, secondo quanto emerso dalle indagini condotte dai carabinieri del Comando provinciale di Vibo Valentia e della Compagnia di Serra San Bruno, un giovane romeno anni avrebbe ucciso una donna di 86 anni. Il drammatico evento di cronaca si è svolto a Soriano Calabro, un piccolo comune in provincia di Vibo Valentia, dove viveva all’epoca del fatto insieme ai genitori. Il suo arresto, però, si è verificato nel suo Paese di origine, ovvero in Romania. Ad eseguirlo sono state le forze dell’ordine locali, in esecuzione di un mandato di arresto europeo, ad inchiodare il ragazzo, invece, la prova del DNA.
Alla base del tragico gesto ci sarebbe il fatto di essere stato scoperto dall’anziana signora a rubare all’interno della sua abitazione. Secondo la ricostruzione degli eventi, infatti, quella sera di circa nove mesi fa il giovane romeno si sarebbe introdotto nella casa della donna, in sua assenza, con l’intento di scovare denaro ed oggetti di valore. Probabilmente ne conosceva bene le abitudini perché la signora, per via dell’età, si faceva aiutare per l’acquisto dei medicinali che le venivano prescritti, offrendo all’incaricato pasti caldi, generi di prima necessità, nonché qualche soldo. Sarebbe stato, però, scoperto, sicché avrebbe deciso di uccidere la donna, soffocandola. Per sviare le indagini avrebbe deciso di ricorre allo stratagemma di introdurre all’interno della bocca della donna alcune zollette di zucchero con lo scopo di far credere ad una morte naturale, considerato che la donna era diabetica. Non ha considerato, tuttavia, la possibilità di aver lasciato tracce biologiche sul corpo della vittima, in occasione dell’aggressione. Poco tempo dopo la drammatica vicenda il romeno, oggi accusato, ha lasciato l’Italia, facendo poi ritorno qualche mese dopo per trovare i genitori.
Cogliendo l’opportunità presentatatisi gli uomini dell’arma dell’Arma dei Carabinieri, che evidentemente sospettavano del giovane, con la scusa di un normale controllo sono riusciti ad ottenere il suo DNA ricorrendo al tampone salivare. Lo hanno, quindi, confrontato con quello lasciato proprio dall’assassino sul corpo dell’anziana, durante la citata aggressione ed il tentativo di difesa. A seguito del confronto le forze dell’ordine hanno ottenuto piena corrispondenza, sicché la magistratura ha emesso un mandato di arresto europeo. Grazie all’intervento delle forze dell’ordine romene il giovane è stato, infine, arrestato proprio nel suo Paese, per essere successivamente estradato e processato.