Dopo che ieri molta gente si è fermata sul lungomare di Genova per ammirare l’ingresso in porto del relitto fantasma, facendo anche registrare pesanti disagi sull’autostrada A10 nel tratto tra Voltri e Pegli poichè diversi automobilisti e conducenti di mezzi pesanti che si sono fermati o hanno rallentato la velocità per assistere alle manovre della Costa Concordia. La folla di curiosi oggi sembra invece essersi diradata, mentre sono partite nel porto di Genova le operazioni propedeutiche allo smantellamento della Concordia. La Capitaneria di porto si occuperà della sistemazione delle panne della nave in profondità per evitare eventuali sversamenti del carburante ancora contenuto nei serbatoi e la realizzazione delle passerelle per i collegamenti con la banchina, sia pedonali che per i materiali. “E’ stata un’impresa, ma non è un lieto fine”, “oggi è il giorno del ricordo delle vittime e della gratitudine verso il Giglio” ha detto domenica il premier Matteo Renzi, dal momento che adesso si dovrà iniziare anche a valutare, con una serie di riunioni, come procedere per le ricerche del corpo del disperso R. R., motivo per cui sia i vigili del fuoco che i sommozzatori indicheranno le zone in cui sono state già effettuate le ricerche per fare una ricognizione mirata ed più celere possibile. Intanto secondo le stime, ammonteranno a oltre 700 milioni le spese complessive per la rimozione e per la demolizione del relitto, infatti il consorzio San Giorgio, Mariotti e Saipem che curerà lo smantellamento del relitto, ha presentato già un costo che si aggira attorno ai cento milioni e che rappresenta il tetto massimo fissato dagli assicuratori. Di certo si può dire che la Concordia abbia creato un enorme business finanziario attorno ad essa, che ci auguriamo venga però gestito nel modo più trasparente possibile, memori di tante altre attuali italiche vicende dai risvolti differenti.rigide regole fissate dagli armatori e dagli operatori responsabili dello smaltimento. Migliaia di oggetti, arredi, impianti, infissi saranno perciò catalogati, smontati e sbarcati seguendo un criterio base per dividerli: da una parte quelli da eliminare, dall’altra quelli da riciclare. L’acciaio sarà completamente riciclato: lo scafo sarà tagliato a pezzi di varie dimensioni e poi fuso in altoforno per potere essere poi riusato, così come avverrà per i pezzi metallici dei giganteschi motori diesel, dunque riuso del metallo. Gli arredi e gli oggetti di bordo, come rubinetteria, fiches del casinò, posate dei ristoranti, quadri, lenzuola, sono tra le parti più appetibili per i molti cacciatori di cimeli in circolazione. La scomparsa della campana di bordo e di altri oggetti nei concitati giorni seguiti al drammatico naufragio, finiti poi all’asta su siti come E-Bay, ha spinto a prendere ogni precauzione durante le fasi della demolizione. Il destino di questi pezzi d’arredo sarà deciso durante la catalogazione: una parte finirà in discarica e l’altra sarà invece recuperata, spettando ormai alle ditte, diventate oggi proprietarie della nave e riunite in consorzio, decidere la loro destinazione finale. Ma l’impegno per evitare che pezzi della Concordia possano diventare macabri souvenir sarà massimo garantiscono gli addetti ai lavori, anche se qualche oggetto o parte significativa della nave potrebbe andare ad arricchire il Museo del Mare di Genova, come ha pensato il presidente della Regione Liguria Claudio Burlando: “E’ un’ipotesi, ma servirebbe non solo a non dimenticare, ma anche a scongiurare effetti antipatici come le aste su E-Bay”.