di Fabrizio Pace – Mare Nostrum è questo il nome dell’operazione del governo italiano che è iniziata carica di buoni propositi ma si sta rivelando un enorme flop o forse un tremendo autogol. E’ facile comprendere come l’accoglienza di chi cerca riparo dalla fame o dalla guerra sia un obbligo non solo morale ma anche sociale per chi è considerato, come noi, un paese tra i migliori al mondo. Ma poi, le cose cambiano. La quotidianità racconta che la strategia di immediato soccorso navale da parte della Marina Militare in favore di barconi stracarichi o di carrette del mare è invece una “strategia” che incrementa i “biglietti” che gli scafisti staccano ai disperati che fuggono in cerca di un futuro migliore. In pratica chi parte, ha la certezza che appena arriva in acque italiane, una nostra nave che pattuglia la zona, gli andrà in soccorso sbarcandoli poi nel porto più vicino. Semplice capire che chi fa leva sulla disperazione altrui vendendo sogni, ha gioco facile quando garantisce al momento dell’imbarco l’arrivo a destinazione. Certo omette il particolare “vivi o morti”, già perché essendo sicuri di dover arrivare solo in acque italiane e non a terra i trafficanti di esserei umani triplicano (quando va bene) le possibilità di carico dei fatiscenti natanti che utilizzano, causando spesso la morte di parte del “carico”. La verità è che l’operazione non ha alcun scopo dissuasivo, ed è questo il primo fallimento, come se non bastasse i costi che la Marina Italiana e il Ministero della Difesa devono sostenere sono ingenti, per non parlare di tutta la “filiera” che segue lo sbarco dei clandestini\migranti\immigrati\profughi (chiamateli pure come volete) e cioè l’accoglienza, la profilassi, il cibo, il vestiario, i dormitori, l’identificazione, lo smistamento e quanto altro segue. Spese insostenibili ( circa 9,3 milioni euro al mese) per un Paese in profonda crisi economica come il nostro e spese ingiuste se si pensa che l’Unione Europea se ne sta lavando le mani. Occorre ravvedersi e cambiare strategia, il Viminale prevede che continuando di questo passo si arriverà solo per il 2014 a oltre 100.000 persone accolte sul territorio.Gli italiani , però non avvertono l’allarme perché le storture nel sistema d’informazione fanno si che i media più importanti trattino l’argomento in maniera preoccupata ma pacata. Strano, invece quando c’era Silvio Berlusconi al governo, ogni giorno si leggevano titoloni contro il governo, trasmissioni ad hoc nei centri accoglienza, indignazione delle associazioni umanitarie e quant’altro. Dove sono tutti oggi? Ma sopratutto perché pochi dicono che se l’Europa continua a fregarsene del problema saranno le tasche degli italiani a mantenere in vita questa missione da kamikaze?
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About the Author: Fabrizio Pace
Fabrizio Pace è giornalista e direttore del quotidiano d’Approfondimento on line www.IlMetropolitano.it e dell’allegato magazine di tecnologia e scienza www.Youfuture.it.