In Senato è ormai stallo. In questi giorni assistiamo all’attuazione del disegno dilatorio messo in atto da alcuni gruppi per ritardare ed impedire il processo riformistico, un processo necessario ed inevitabile per le sorti del nostro Paese. Proprio coloro che in campagna elettorale hanno alzato le patenti del nuovo ed inneggiato alla rottura con l’”ancien regime” conservatore ora strumentalizzano facoltà procedurali per obiettivi poco nobili. a ben vedere l’ostruzionismo di questi giorni inizialmente inquadrabile come tecnico vista la presentazione di una valanga di emendamenti (sono stati presentati ben 8.000 emendamenti ognuno dei quali va discusso e votato) rischia di tradursi in violento e scivolare nelle interruzioni e nelle indecorose intemperanze verbali a cui spesso abbiamo assistito nei mesi scorsi in occasione della votazione di altri provvedimenti. Le sedute fiume a cui partecipiamo ed i metodi usati fino a d’oggi hanno poco a che vedere con l’idea di democrazia partecipata che dovrebbe essere la “conditio sine qua” non quando si parla di riforme. Il senso delle Istituzioni ed il senso di responsabilità che ognuno di noi ha sicuramente dovrebbe prevalere ed indurre tutti a tenere comportamenti che diano concretezza a quell’idea di rinnovamento che a fatica si sta cercando di instillare davanti ai media nazionali ed esteri per rafforzare la fiducia dei cittadini. L’obiettivo di chiudere i lavori al più presto non è un fatto meramente mediatico ma dovrebbe essere la dimostrazione della concreta volontà di ognuno di noi di essere attori del rinnovamento.
Sen. Giovanni Emanuele Bilardi (NCD)