Si apre oggi un nuovo percorso per la ricerca contro l’Aids, poiché ha fatto notizia la vicenda di due pazienti dell’ospedale St Vincent’s di Sydney che sono stati liberati dal virus Hiv dopo un trapianto di midollo per curare il cancro. In realtà però, i due australiani non sono i primi, bensì sono il secondo e il terzo caso al mondo a essere guariti dopo un trapianto di midollo: il primo fu infatti un americano, Timothy Ray Brown, che si è sottoposto a due trapianti di midollo osseo a Berlino nel 2007 e nel 2008. Uno dei due pazienti australiani ha ricevuto il midollo da una persona che aveva due copie possibili di un gene che protegge dall’Hiv, una mutazione del Ccr5 Delta32 che si trova in meno dell’1% della popolazione, l’altro lo ha ricevuto da un normale donatore, ma comunque entrambi i pazienti rimangono in terapia retro virale come misura di cautela. I due australiani, trattati all’Ospedale St Vincent’s di Sidney in collaborazione con il Kirby Institute della University of South Wales, hanno ora livelli non rilevabili di Hiv da più di 3 anni, dopo aver subìto questa procedura di trapianto: “Siamo così contenti che entrambi i pazienti stiano abbastanza bene anni dopo il trattamento e siano rimasti liberi sia dal tumore che dal virus Hiv”, dice il principale autore dello studio e direttore del Kirby Institute, David Cooper. L’annuncio è stato dato ad un congresso di Sidney, a poche ore dall’apertura della ventesima Conferenza Internazionale sull’Aids a Melbourne, evento al quale avrebbero dovuto partecipare anche i sei ricercatori a bordo del volo MH17 della Malaysia Airlines abbattuto in Ucraina. Il congresso, al quale partecipano circa 12.000 delegati di quasi 200 paesi, si è infatti aperto con un minuto di silenzio in memoria degli studiosi scomparsi nella tragedia, ed è stato loro dedicato dal presidente dell’International Aids Society Francoise Barre-Sinoussi. “In questa fase, precisa Sam Milliken, direttore dell’Unità di ematologia e di trapianti di midollo spinale del St Vincent’s, questa forma di trattamento è troppo pericolosa per essere applicata ai pazienti affetti solo da Hiv, ma vi è un potenziale per usare i trapianti con modalità efficace contro la patologia nel futuro”, poichè i ricercatori ritengono che i trapianti di cellule staminali avranno un ruolo crescente nel trattamento del virus, rendendo quindi sempre più indispensabile sensibilizzare anche verso una raccolta delle stesse staminali attraverso il reperimento di sempre più donatori. I ricercatori sottolineano inoltre che i trapianti di midollo osseo non possono rappresentare una cura funzionale generale per i quasi 40 milioni di sieropositivi in tutto il mondo, anche perchè si tratta di una procedura complicata e costosa che può portare alla morte nel 10% o più dei casi. Questa nuova frontiera tracciata dalla scienza spalanca però la ricerca verso nuovi scenari, facendo apparire la lotta contro l’Aids una battaglia sempre meno impari e non più sempre dall’esito così scontato, anche se è bene ribadire comunque la necessità di intensificare parallelamente le campagne di informazione su questo virus spesso poco conosciuto da tutte le fasce sociali.