di Carlo Viscardi – Da qualche giorno a questa parte, e più precisamente dopo l’assoluzione in secondo grado di giudizio di Silvio Berlusconi, sembra che i fermenti nei partiti ex PDL e Lega Nord si siano ripresentati più forti che mai.
Salvini, segretario della Lega fino al 2016 dichiara dal palco del congresso di Padova : “Renzi è pericoloso, è antidemocratico fino al midollo. Nel nome della velocità e del risparmio sta facendo di tutto; togliere i piccoli comuni significa cancellare la democrazia e abrogare le province è stata una schifezza; Vogliono una marionetta sorridente che fa i selfie, manovrato da Berlino (sempre rifernedosi al premier); Parliamo a un popolo che ha perso la fiducia, dovremmo essere l’alternativa alla sfiducia. Abbiamo il tempo per preparare qualcosa di cui tutto il mondo parli. Pensate cosa accadrebbe se un venerdì di novembre, facciamo il 14 da nord a sud, tutte le persone che producono e lavoro e sono strangolate da Equitalia, da uno stato ladro, dagli studi di settore, dicessero basta: io oggi non pago, vi affamo, non apro il negozio e se apro non rilascio lo scontrino, faccio una corsa gratis del taxi, faccio straordinari gratis”. Per arrivare alla proposta di una unica aliquota fiscale pari al 20%, dichiarando : “La nostra scommessa è quella di far pagare di meno a chi oggi paga troppo e di costringere a pagare chi oggi non lo fa; Noi stiamo parlando di una rivoluzione fiscale, altro che 9 dicembre, noi il 14 novembre lo stato italiano lo facciamo saltare per aria. E su questo dobbiamo lavorare, non sul congresso per fottere caio o sempronio. Se decidiamo che andiamo a fare la guerra (senza armi) andiamo a farla, se decidiamo che andiamo a sfidare lo stato italiano la nostra unica concentrazione dev’essere quella”. ‘Minacce’ di guerra, che ormai siamo abituati a sentire e che tutte le volte si sono risolte in un nulla di fatto, oppure esplose come bolle di sapone.
Nel resto del centro destra, invece non si capisce se ci siano o meno prove di ‘disgelo’ fra i partecipanti, ed ex compagni di partito, di quello che fu il PDL.
Alfano, ministro degli interni, dichiara in un’intervista al Messaggero : “Per noi, la questione politica è se Forza Italia vuole partecipare alla grande alleanza popolare o se invece vuole strizzare l’occhio alla destra estrema, razzista, anti-europea e avversaria del Ppe a livello continentale e italiano; Berlusconi non ha più né la Forza Italia del 30 per cento né il Pdl del 38 per cento. È cambiato tutto, Forza Italia deve decidere con chi cominciare a ricostruire. Noi intanto diamo vita al Ppe con chi sentiamo più vicino: l’Udc e gli altri che sostengono il governo e le riforme e non fanno parte del Pd.” E in merito a possibili e future coalizioni dichiara : “Serve un’individuazione democratica della leadership della coalizione, le preferenze e un sistema di accesso al Parlamento che non sia orientato al tentato omicidio dei potenziali alleati come noi.”
Intanto il ‘Cav.’ Fa’ intendere ai suoi di tornare a “parlare di politica” , e forse anche di mettere da parte il male che fu la causa della disgregazione del centro-destra, e cioè Ambizioni frustrate, piccoli e grandi rancori, delusioni sfociate in rabbia per presunte ingiustizie, voglia di visibilità, egoismi ed egocentrismi da prime donne.
Quindi solo rumori di un possibile riassemblaggio della destra in un unica ed organica coalizione politica, o semplici ‘maneggi’ da fantapolitica?