Reggio Calabria – L’Estate reggina, finalmente, è arrivata. Come tutti gli anni, i locali si popolano di festante gioventù, i tavolini delle gelaterie accolgono turisti pronti a gustare le nostre specialità artigianali e la sfilata della popolazione sul bel chilometro rende vivi i lidi. Parallelamente a tale sfilata, un’altra tipologia di kermesse ha luogo negli angoli del nostro lungomare.
Ragazze, di ogni età e nazionalità, prestano i loro favori a uomini che pur di passare qualche ora di piacere, non curanti della viabilità, del numero di passanti o della presenza di minori in zona, si fermano con la propria auto a bordo marciapiede, congestionando il traffico, già intenso per via dei parcheggi selvaggi, della traversata – pericolosissima, ma al quale siamo già troppo abituati – dei camerieri dal Cafè al gazebo. Uomini che arrivano perfino dalla provincia, che sostano non curanti della congestione stradale che di per sé è facile a crearsi, soprattutto nelle ore d’uscita serali concomitanti con i vari eventi stagionali.
Il problema della prostituzione, di là dall’etica morale o dalla legalità del servizio, in questo caso, si ritrova nella pessima formalità da strada ma anche sulla spiacevole confusione che tutto ciò provoca. Non solo. Le scene, alle quali la popolazione assiste, sono davvero imbarazzanti, ma allo stesso tempo inevitabili finché il fenomeno della prostituzione viene lasciato per strada e senza alcun controllo.
Stesso controllo che manca nella tutela dei cittadini – in questo caso, le donne – che nulla hanno a che fare con la categoria “prostituente”. Infatti, può capitare che una ragazza, leggermente succinta e di bell’aspetto, passeggiando dalla parte sbagliata del lungomare possa essere scambiata per una lucciola oppure – nel peggiore dei casi – molestata o aggredita. Purtroppo le misure cautelative del caso non trovano alcuna via, se non quella del buon senso.