Con grande spirito di partecipazione abbiamo aderito all’ Assemblea pubblica indetta dal Dipartimento Agricoltura della Regione Calabria, riunione che ha avuto come oggetto la presentazione del Disciplinare IGP “olio di Calabria”, alla presenza dei funzionari del Mipaaf. In maniera costruttiva si vuole dare un contributo di idee – ha affermato il Pres. G. Barbaro dei Giovani di Confagricoltura RC-, espressione di quel mondo Imprenditoriale Agricolo, che crede nelle potenzialità della Calabria e che con ostinazione investe e scommette su questa terra producendone spesso il primo biglietto da visita. Ci piace ricordare – ha sostenuto il Pres. Lupini di Confagricoltura – che il comparto olivicolo Calabrese risulta esser predominante rispetto a tutti gli altri comparti facenti parte del settore “agricolo” della Regione e che a livello Nazionale ciò si traduce in un risultato eclatante: ossia, il 33% della produzione nazionale. I due esponenti di Confagricoltura RC, durante i loro interventi, hanno sostenuto che il percorso fin qui intrapreso dal Dipartimento sia assolutamente di rilievo, in quanto al momento in ITALIA il riconoscimento di Olio IGP è fregio solamente dell’ ”Olio Toscano”, siamo certi che anche le nostre coltivazioni e produzioni possano far parte di questa speciale nicchia. L’IGP per “l’Olio di Calabria” darà nel futuro al nostro settore olivicolo delle economie più corpose, che garantiranno il ricambio generazionale e la salvaguardia dei livelli occupazionali. La proposta di Confagricoltura RC, nasce dopo la lettura dell’art. 5 del Disciplinare proposto: “L’Indicazione Geografica Protetta “Olio di Calabria” è riservata all’olio extravergine di oliva ottenuto da olive della varietà Carolea, presenti in misura non inferiore al 70% e il restante 30% può provenire da olive delle seguenti cultivar di origine regionale”. Siamo convinti, – proseguono gli esponenti di Confagricoltura -che premiare, SOLAMENTE, la “Carolea” quale cultivar autoctona e rappresentativa della Calabria non sarebbe esaustivo. Ciò non valorizzerebbe adeguatamente le altre tipologie presenti sul territorio e gli sforzi che gli imprenditori negli anni hanno sostenuto per modernizzare i propri impianti. I rappresentati del Reggino hanno invitato, inoltre, il soggetto promotore e gli istruttori del Disciplinare a riflettere sui nuovi numeri che la provincia di Reggio Calabria riesce ad esprimere non solo nei termini storicamente usuali di percentuale totale sull’effettiva produzione regionale (che supera di poco il 50%), ma soprattutto sulla nuova realtà produttiva di olio di eccellenza. Ne consegue che il ricorso alla sola cultivar Carolea, come criterio identitario per poter fondare la richiesta del riconoscimento dell’IGP è fin troppo riduttiva e non rispondente a quelle che sono le effettive e concrete potenzialità del territorio. Siamo consapevoli, aggiungono, che si profili complicato il ricorso al s richiamo di tutte le cultivar insistenti sul territorio regionale, tutte senz’altro caratterizzanti gli areali di riferimento, tutte produzioni di altissimo pregio sia in purezza che in blend, ma tutte realtà che non garantirebbero un criterio unificante sulla scorta del Regolamento Comunitario 1151. Tuttavia non può essere trascurato, – affermano i Presidenti – né apparentemente dimenticato che oltre il 50% del prodotto olivicolo calabrese affondi le proprie radici nella provincia di Reggio Calabria e nelle cultivar Ottobratica, Sinopolese, che vantano radici storiche antichissime, già citate nei classici greci: queste varietà colturali, che vede nel gigantismo arboricolo la sua nota più caratteristica, è stata ed è oggetto di notevoli sforzi agronomici ed economici da parte degli agricoltori della provincia di Reggio Calabria che, abbandonato il criterio dello sviluppo smisurato direttamente proporzionale alla quantità di oliva prodotta, hanno concentrato le risorse messe a disposizione negli ultimi 10 anni verso il pieno recupero di produzioni di altissima qualità, i cui risultati cominciano a raccogliersi in tutti i contesti fieristici degli ultimi anni. Sarebbe veramente un’occasione persa non inserire con pari dignità alla Carolea le cultivar Ottobratica Sinopolese nel disciplinare di produzione IGP “Olio di Calabria”. Si auspica quindi che la percentuale delle varietà di riferimento Carolea, Ottobratica e Sinopolese venga ridotta dal 70 al 50%, per favorire la diffusione di blend caratterizzati dal ricchissimo parco varietale esistente in Calabria, variazione che favorirebbe la diffusione ed apprezzamento per l’olio calabrese nel mondo. Nell’ottica di raggiungere insieme un traguardo importante, certi che le leggi, come i Regolamenti debbano riconoscere e tutelare le esigenze dei più numerosi, alla luce dei dati a nostra conoscenza, nell’interesse di un forte IGP “Olio di Calabria”, supportati dalla lettura del Regolamento, in particolare art.2 lett. b) e art. 4 – 2°p. lett. b), proponiamo: – che all’art. 5 del Disciplinare IGP “Olio di Calabria, alla frase – … ottenuto da olive della varietà Carolea, – venga aggiunto il seguente sostantivo: Ottobratica/Sinopolese, e la formula 70% venga sostituita con 50%. Infine, la Confagricoltura di RC, ha fatto notare che vista la caratterizzazione montana dei territori, e la tardiva invaiatura delle olive sarebbe il caso di stabilire come spazio temporale per la raccolta il periodo dal 15 settembre al 31 Gennaio. Alla fine dei lavori, i due Presidenti si sono detti fiduciosi sul possibile accoglimento delle istanze presentate e certi di un positivo riscontro, adesso attendono l’evolversi dei fatti.
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