Ad un passo dal conflitto internazionale è questa la situazione sulla striscia di Gaza, una escalation di violenza che probabilmente è destinata a durare nel tempo se il movimento di Hamas non smetterà di lanciare razzi verso Israele, facendosi scudo tra le case dei civili. Anche questa mattina alle prime ore dell’alba si è udito l’allarme razzi a Tel Aviv, dove sono suonate le sirene. Il sistema di difesa antimissili Iron-Dome ha, infatti, intercettato diversi razzi sulla città e sulla sua area metropolitana. Attualmente il bilancio provvisorio delle vittime innocenti e non degli attacchi che il governo di Benjamin Netanyahu ha effettuato tramite l’aviazione militare (circa 160 raid aerei) annovera 58 morti e 450 feriti. La rabbia e la sopportazione dei civili sulla strisci di Gaza è al limite ma Hamas sta minacciando di colpire gli stabilimenti nucleari israeliani e questo provocherà una violenta reazione di Israele, che per nome del suo presidente Shimon Peres ha già lanciato un ultimatum: “Offensiva di terra a breve se Hamas non ferma i razzi”. Anche il leader palestinese Abu Mazen vuole a tutti i costi che il conflitto si interrompa tanto è che alla riunione straordinaria dell’Olp a Ramallah ha esortato i presenti a fermare il “massacro”. In un discorso tv ai palestinesi aveva dichiarato di aver sentito le “fazioni e i leader di Hamas a Gaza.